by Jermaine Jackson
Uscendo dall'aeroporto a bordo di una Toyota, Michael era in piedi con il tettuccio aperto e indossava una delle sue giacche militari scarlatte ... Il suo veicolo era da qualche parte nel mezzo di un corteo di venti automobili quando Mumbai si paralizzò.
Gli ordini dati anticipatamente agli autisti erano di non fermarsi: avrebbero dovuto andare dritti in albergo il più fretta possibile.
"Aspettate! Fermi!" disse Michael al primo incrocio. Aveva visto un gruppetto di ragazzini di strada, bambini vestiti solo di stracci, che probabilmente non avevano idea di chi fosse quel visitatore. Giocavano sul ciglio della strada e si erano fermati ad ammirare a bocca aperta lo spettacolo che avevano davanti.
Michael ritornò dentro la vettura e poi uscì a salutarli. Si avvicinò con un sorriso e comunicò in un linguaggio universale: prese un bambino per le mani e cominciò a ballare. Allora, mentre tutti i dirigenti guardavano da dentro le auto, gli altri bambini iniziarono a ridere e a ballare anche loro.
Lui rimase lì per due-tre minuti, facendoli volteggiare fino allo stordimento, prima di abbracciarli tutti, baciarli sulle guance e distribuire caramelle. Poi risalì in auto. Il corteo ripartì, mentre Michael continuava a salutare con la mani.
All'incrocio successivo accadde la stessa cosa.
"Fermi!Fermi!". Mio fratello aveva avvistato altri bambini di strada, uscì di nuovo dall'auto, ballò e distribuì caramelle. Ripetè questo sali scendi a ogni incrocio lungo la strada per l'hotel. Come ricorda Viraf : " Fu il più incredibile spettacolo di umanità che io abbia mai visto".
Alla fine dei tre giorni a Mumbai, e prima di lasciare la suite dell'hotel Oberoi, Michael deturpò con garbo la stanza. Prese la penna e autografò lo specchio, le lenzuola, la brochure del servizio in camera, i cuscini, gli asciugamani e tutto l'arredamento. Poi impartì le istruzioni:"Vendete tutto e date i proventi in beneficenza, per favore". L'operazione fruttò una piccola fortuna. Viraf ricorda la dedica sul cuscino che oggi qualcuno, chissà dove, conserva come un tesoro:
“India, in tutta la mia vita ho desiderato di vedere il tuo volto. Ho incontrato te e il tuo popolo e mi sono innamorato di te. Ora il mio cuore è pieno di dolore e di disperazione perché devo andare, ma prometto che tornerò per amarti e accarezzarti di nuovo.
La tua bontà mi ha sopraffatto, la tua sensibilità spirituale mi ha commosso, e i tuoi figli hanno veramente toccato il mio cuore. Loro sono il volto di Dio. Ti amo davvero e ti adoro India. Per sempre, continua ad amare, a curare ed educare i figli, il futuro brilla su di loro. Tu sei il mio amore speciale, India. Possa Dio benedirti per sempre. - Michael Jackson”.
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