Durante l'estate del 2000, una donna contattò lo staff di Michael Jackson: suo figlio stava per morire di cancro e l'ultimo desiderio del bambino (di nome Gavin) era poter incontrare il suo grande idolo: il re del pop.
L'artista e la sua particolare sensibilità verso i bisognosi non solo si sono messi in contatto con la famiglia, ma li ha invitati a trascorrere alcuni degli ultimi giorni del ragazzo nel suo ranch e si è offerto di pagare i trattamenti migliori, organizzando anche una donazione di sangue degli impiegati di Neverland nel caso in cui il ragazzo ne avesse avuto bisogno.
Gavin cominciò a migliorare e la sua malattia finì completamente in remissione e con essa i comfort di Neverland. Dopo un paio d'anni con quasi nessun contatto con Jackson, la famiglia è stata di nuovo invitata al ranch, anche se Jackson non è stato presente la maggior parte dei giorni.
La famiglia cominciò a temere che questo lussuoso tenore di vita che avevano ricevuto grazie alla bontà del ragazzino dei Jackson Five, stava per finire. La madre del ragazzo, che a quel tempo aveva già una lunga storia di false accuse verso terzi, accordi extragiudiziali, ricatti e frode alla previdenza sociale, minacciava di denunciare MJ per abusi su minori.
Se guardiamo alle prove o ai segni (inesistenti), ciò non sarebbe mai dovuto accadere, ma la stampa si è premurata di gonfiare il pallone della pubblica derisione.
Decine di agenti dell'FBI perquisirono a sorpresa Neverland e, con loro grande stupore non trovarono niente: neanche una sola visita a un sito web di minori nella storia del ranch, nessuna fotografia sospetta, nessuna lettera, nessuna mail … Trovarono l'opposto, alcuni abbonamenti a riviste per adulti eterosessuali, come PlayBoy. Ma sembrava non avere importanza, lo spettacolo doveva continuare.
Arrivò la denuncia (e conseguente processo) e coloro che erano minimamente informati (come il giornalista J. Randy Taraborrelli), sapevano che l'accusa non avrebbe retto. E così è stato: sono state presentate tutte le chiamate minacciose che l'artista aveva ricevuto, è stato dimostrato che i giorni dei presunti abusi MJ non era nemmeno presente dal momento che il ranch è pieno di telecamere e tutte le chiamate venivano registrate, che la madre del ragazzo aveva cercato di frodare celebrità come Mike Tyson o Chris Tucker e dei compagni del ragazzo, tra molte altre cose.
Ma la cosa curiosa è che molte persone si sono offerte volontarie per testimoniare a favore dell'artista, persone che (mentre erano ancora minorenni) avevano passato del tempo con il cantante e la sua famiglia e hanno parlato meraviglie di Jackson.
Wade Robson (uno di quelli che ha testimoniato dicendo che Michael era la persona più meravigliosa del mondo) ha trascorso gli anni successivi andando di platea in platea (dietro compenso, naturalmente) a raccontare la gentilezza del Re del Pop e cercando di farsi conoscere nel mondo della musica e della danza, atteggiamento molto sospettoso per la sua evidente sete di fama e denaro facile.
Addirittura ha frequentato per qualche tempo Brandi Jackson, la nipote di Michael, presentatagli dallo stesso artista. Quando Michael Jackson è morto, Robson ha visto ancora una volta il business a portata di mano: è tornato in televisione, ha parlato meraviglie dell'artista, ha collaborato ad un tributo organizzato da Janet Jackson per il fratello e fatto innumerevoli apparizioni nel quale si mostrava come un ragazzo fortunato per aver conosciuto l'idolo di così tante persone.
Ma poi Robson ha iniziato ad avere problemi finanziari e in quel momento si è ricordato - come sempre – di Michael Jackson. Ha cercato di lavorare, senza successo, per i responsabili della gestione della tenuta di MJ; ha cercato di essere il coreografo principale dello spettacolo Michael Jackson e Cirque du Soleil ( 'ONE') ma gli sono stati negati tutti i tentativi per tornare alla ribalta, avere un po' di attenzione e denaro.
A questo punto, Wade Robson stava per perdere la sua casa e la moglie aveva minacciato di lasciarlo, il che lo ha portato a diversi attacchi di ansia per i quali ( parole di sua moglie) è stato ricoverato per "i suoi disperati tentativi di guadagnare fama e denaro ". Teniamo presente che Michael stesso aveva fatto conoscere Robson a sua nipote Brandi che dopo la rottura lo descriveva come poco più di uno psicopatico.
Fu a questo punto: rovinato, licenziato da numerosi progetti legati al suo idolo e in procinto di essere abbandonato dalla moglie quando Robson "ricordò" che Michael Jackson aveva abusato di lui venti anni prima.
Ma lungi dal rivolgersi alla polizia, la prima cosa che fece fu cercare di ottenere un accordo editoriale per pubblicare le sue memorie che non furono acquistate da nessun editore perché non erano credibili.
Fu allora che non avendo ottenuto le somme economiche che si aspettava, decise di denunciare gli esecutori di Michael Jackson per 1.500 milioni di dollari.
A quel punto, un'altra persona che aveva incontrato Michael Jackson durante la sua giovinezza, James Safechuck, entra in scena. Come Robson, aveva elogiato Michael Jackson negli ultimi vent'anni, ma all'improvviso, vedendo che anche per lui si presentava un'occasione da non lasciarsi scappare, ha “ricordato" che era stato abusato dall'artista durante l'infanzia.
Safechuck si unì all'avvocato di Robson e iniziò una causa che la corte rifiutò per "non avere alcun barlume di credibilità". I due tizi cambiarono versione più e più volte e si scoprì che, per mesi, si erano scambiati vari link che parlavano su veri abusi di minori su Internet allo scopo di creare una narrativa credibile. Cosa mancava? Girare un documentario il più morboso possibile che sicuramente sarebbe stato acquistato, e così hanno fatto.
Ma non trovavano finanziatori per il film, fino alla produzione di un documentario che narra gli abusi subiti da molte donne dal produttore Harvey Weinstein e rapidamente qualcuno ha messo i soldi per fare quello su Michael Jackson, anche se i due presunti abusati erano più che sospetti.
Una volta concluso "Unchained" (il documentario su Weinstein) e presentato al Sundance fu anche dato l'ordine di accelerare la presentazione di "Leaving Neverland": detto fatto. L'ultimo giorno, e senza essere nella programmazione iniziale, è stato proiettato il documentario su Jackson: missione compiuta, nessuno avrebbe più parlato dei veri abusi di Weinstein.
Ma era necessario promuovere alla grande "Leaving Neverland" per distogliere completamente l'attenzione (da "Unchained") e così hanno dovuto ricorrere alle amicizie. Oprah Winfrey, una delle migliori amiche di Harvey Weinstein, e che non ha mai dedicato un programma ai veri abusi commessi dal suo amico, ha messo tutta la carne al fuoco e ha dato il meglio....
Ha mandato in onda uno special su "Leaving Neverland" invitando il regista del film e i due presunti abusati. Non importa quanti specialisti hanno detto nei loro account Twitter che Robson e Safechuck mentivano, la missione è stata compiuta.
Per rendere credibile il documentario, avevano bisogno di una parte di verità e di una parte di menzogna, piena di dettagli.
Per la parte reale hanno raccontato come loro e le loro famiglie hanno finito per conoscere Michael Jackson, tutto molto documentato dal momento che doveva sembrare coerente. Ma per quanto riguarda gli abusi?
Molto semplice: hanno preso spunti dal libro "Michael Jackson era il mio amante" (il cui autore è stato condannato a pagare 2,7 milioni di dollari al Re del Pop per frode narrativa) e dalle testimonianze di abusi reali da Google, li hanno imparati a memoria e recitato i loro ruoli di fronte a una telecamera.
E questo è il risultato: i dettagli narrati possono sembrare credibili ma possono anche essere rapidamente smontati se si ha la minima conoscenza sull'argomento.
Ma per quanto riguarda le prove? Il documentario non ne mostra neanche una e dovremmo credere ciecamente alle testimonianze di due persone che hanno tratto le loro versioni da un libro di finzione e da persone abusate da anonimi le cui storie sono su Internet?
L'unica prova presunta che forniscono sono i fax inviati da Michael Jackson, ma distorti in modo da farli sembrare sospetti. Questi fax sono stati scritti principalmente alle madri dei bambini e all'interno c'erano segni di affetto per i genitori, per i fratelli e, naturalmente, per Robson e Safechuck.
Nel documentario non li leggono per intero ma si limitano solo alle parti a loro dedicati, come se le dimostrazioni di affetto fossero solo verso di loro e come se quella corrispondenza non fosse per tutta la famiglia. Quindi, se fossero stati davvero abusati, perché hanno omesso costantemente tutte le informazioni importanti?
Rispetto al resto, anche lì mentono: le date sono cambiate, le volte che sono stati nel ranch con MJ non coincidono (Robson c'è stato undici volte e di quelle solo in quattro era presente anche il cantante), le testimonianze su altri casi degli avvocati di Michael Jackson (che hanno già citato in giudizio il regista del documentario per aver travisato la realtà), le menzogne a tutti i livelli per manipolare lo spettatore.
Ad esempio, quando si dice che Michael Jackson si fingeva malato durante il suo processo mentre l'ultimo giorno salì in una macchina per ballare: è falso, salì in macchina solo il primo giorno e la sua salute peggiorò progressivamente durante tutto il processo giudiziario.
Dettaglio curioso: i documenti di undici anni di investigazione dell'FBI a Michael Jackson sono stati declassificati in cui sono state lette le sue mail, visionate le sue visite sul Web, controllato i suoi movimenti e anche le ricerche nel suo iPhone... la conclusione dell'indagine è: "Non c'è niente".
Anche gli altri minori che, secondo Robson e Safechuck, sono stati abusati dal cantante, hanno negato nei loro social network. Un altro fatto rilevante che anche i media ignorano: il padre del primo ragazzo che accusava MJ di aver molestato suo figlio si è suicidato una settimana dopo la morte del cantante e gli stessi compagni di college del ragazzo hanno testimoniato al processo che lui aveva raccontato numerose volte che era tutta una menzogna.
'Leaving Neverland' è un documentario che ottiene ciò che voleva: ha fatto guadagnare milioni a due disperati bisognosi di fama e denaro (ovviamente, è noto ormai che hanno aperto conti nei paradisi fiscali) e ha distolto l'attenzione da altri casi reali di abuso.
In un mondo dominato dalle Fake News, 'Leaving Neverland'è l'ultimo esempio di cosa si può fare in modo che non si parli di altri crimini in cambio di far arricchire due personaggi (in questo caso, Robson e Safechuck) con un passato piuttosto dubbioso.
Vi chiederete perché questo documentario non è uscito quando Michael Jackson era vivo? Molto semplice: secondo la legge negli Stati Uniti, puoi diffamare una persona deceduta senza che i suoi familiari e gli esecutori possano difendersi legalmente, per cui Robson e Safechuck non andranno mai in prigione per queste calunnie.
Benvenuti nel mondo in cui viviamo.
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