"Un milione di occhi su di me definisce la mia paura più grande. Questa musica che mi circonda definisce ogni mia lacrima. Basta chiudere gli occhi ed ascoltare, la musica mi appare perchè sono solo un uomo, un uomo nello specchio." MJ
martedì 18 luglio 2017
[UPDATE] In arrivo uno speciale animato di Halloween dedicato a Michael Jackson
In arrivo uno speciale animato di Halloween dedicato a Michael Jackson. Pronti a divertirvi sulle note di 'Bad', 'Thriller', 'Black and White', 'Man in the Mirror' e tante altre?
I vostri figli conoscono Michael Jackson? Da agosto, con l’uscita di Cattivissimo me 3, sapranno riconoscere sicuramente una delle sue canzoni più famose, 'Bad', sulle cui note si muove il cattivissimo Balthazar Bratt.
Ma per imparare tutto su di lui bisognerà aspettare Halloween. CBS ha infatti annunciato la realizzazione di uno speciale animato intitolato 'Michael Jackson Halloween' che userà come colonna sonora i brani più importanti del cantante.
Animato da Hammerhead, il film, racconterà la storia di due millennials (ovvero la prima generazione di persone nate tra il 1980 e 2000 che hanno dimestichezza con il mondo digitale), ovvero Vincent e Victoria, che si incontrano per caso durante la notte di Halloween insieme al cane Ichabod e finiscono in un misterioso Hotel situato al 777 di Jackson Street chiamato This Place Hotel. Qui i due vivranno un’avventura magica che culminerà con uno spettacolare show di danza in cui comparirà anche il Re del Pop.
Nel cast vocale originale dello speciale animato, diretto da Mark A.Z. Dippé, troviamo Lucas Till (Vincent) e Kiersey Clemons (Victoria), oltre a Christine Baranski, Alan Cumming, George Eads, Brad Garrett, Lucy Liu e Jim Parsons
Non abbiamo bisogno di uno speciale di Halloween di Michael Jackson - Basta guardare il video "Thriller"
La tenuta di Michael Jackson ha recentemente annunciato che stava collaborando con la CBS per uno special animato per Halloween - "Halloween di Michael Jackson" - in programma per il prossimo autunno secondo The Hollywood Reporter.
Ma considerando che la leggenda del pop ha tirato fuori uno dei migliori (se non il migliore) spettacoli di Halloween di tutti i tempi - "Thriller" del 1983 - è davvero necessario?
Co-scritto da Jackson e John Landis, che ha anche diretto il video, ha cambiato da solo la partita ed è l'unico video della storia musicale selezionato per il Registro Nazionale del Film dalla Biblioteca del Congresso (USA)
Con oltre 422.000.000 milioni di visite, il video ufficiale di "Thriller" (trasmesso dal canale Vevo) combina la magia delle impeccabili mosse di ballo e la prodezza vocale di MJ con la brillantezza del produttore George Folsey, Jr., il coreografo Michael Peters e il make-up artist Rick Baker.
[...]
Negli ultimi 34 anni, nessun altro video ha avuto lo stesso tipo di impatto culturale e non ha raccolto i riconoscimenti che "Thriller" ha fatto. La tragica morte di Jackson del 2009 lo rende ancora più significativo. Non c'è mai stato un altro artista come lui e mai ci sarà.
Il Re del Pop manterrà sempre la sua corona e "Thriller" rimarrà la più famosa rappresentazione visiva di Halloween nella storia della musica.
Di fatto, ci sono persone su Twitter che ancora parlano del video più di tre decenni più tardi, un testamento innegabile per la sua influenza permanente sulla cultura popolare.
[...]
ORIGINAL NEWS
[ANNULLATA] All’asta un album di inediti di Michael Jackson
Nove canzoni mai pubblicate che però non potranno essere divulgate in alcun modo. Ecco la tracklist del disco
Michael Jackson
Un album contenente nove canzoni inedite di Michael Jackson andrà all’asta alla casa d’aste Gotta Have Rock and Roll di NYC, questo mese.
Il disco, che è un semplice cd masterizzato con la scritta ‘Bible’ a penna, è uno dei molti oggetti di Michael Jackson disponibili al miglior offerente.
Nel disco ci sono tre brani di cui sono già usciti mix alternativi: Monster, Breaking News e Keep Your Head Up. Le altre nove sono invece totalmente inedite. La base d’asta è 50.000 dollari, nonostante gli organizzatori si aspettino che il prezzo finale si aggiri intorno al milione.
Chiunque porterà a casa l’ambito disco non sarà però possessore dei diritti, e non potrà quindi distribuire in alcun modo i brani. Secondo quello dichiarato dalla casa d’aste, il lavoro è stato ottenuto dall’assistente personale nonché amico di Michael, vicino a lui e alla sua famiglia per anni.
All’asta anche la lettera che Tupac scrisse a Madonna.
La tracklist del disco di inediti:
1. “Monster”
2. “Breaking News”
3. “Stay”
4. “Keep Your Head Up”
5. “Everything’s Just Fine”
6. “Black Widow”
7. “Burn Tonight”
8. “All I Need”
9. “Water”
10. “Let Me Fall in Love”
11. “Ready to Win”
12. “Soldier Boy”
Fonte: Rolling Stone Italia
Michael Jackson
Un album contenente nove canzoni inedite di Michael Jackson andrà all’asta alla casa d’aste Gotta Have Rock and Roll di NYC, questo mese.
Il disco, che è un semplice cd masterizzato con la scritta ‘Bible’ a penna, è uno dei molti oggetti di Michael Jackson disponibili al miglior offerente.
Nel disco ci sono tre brani di cui sono già usciti mix alternativi: Monster, Breaking News e Keep Your Head Up. Le altre nove sono invece totalmente inedite. La base d’asta è 50.000 dollari, nonostante gli organizzatori si aspettino che il prezzo finale si aggiri intorno al milione.
Chiunque porterà a casa l’ambito disco non sarà però possessore dei diritti, e non potrà quindi distribuire in alcun modo i brani. Secondo quello dichiarato dalla casa d’aste, il lavoro è stato ottenuto dall’assistente personale nonché amico di Michael, vicino a lui e alla sua famiglia per anni.
All’asta anche la lettera che Tupac scrisse a Madonna.
La tracklist del disco di inediti:
1. “Monster”
2. “Breaking News”
3. “Stay”
4. “Keep Your Head Up”
5. “Everything’s Just Fine”
6. “Black Widow”
7. “Burn Tonight”
8. “All I Need”
9. “Water”
10. “Let Me Fall in Love”
11. “Ready to Win”
12. “Soldier Boy”
Fonte: Rolling Stone Italia
MJ - Discorso di ringraziamento ai Bollywood Award (1999)
MJ'S OWN WORDS (QUOTES)
"Vi ringrazio molto.Vi ringrazio molto per l'onore di avermi assegnato questo premio. Ho sempre creduto che la vera misura del successo di ogni celebrità non sia come diventa famoso, ma quello che fa con la sua fama e la sua fortuna. Soprattutto con le odierne tecnologie ed i media, l'attenzione e la fortuna di ogni celebrità è sproporzionato al suo vero valore.
Oggi una persona può letteralmente diventare una celebrità durante la notte in tutto il mondo, e questo tipo di attenzione può essere difficile da gestire. Ma ho anche imparato che la fama di questi può essere anche un enorme mezzo efficace per focalizzare l'attenzione e mobilitare le risorse per una buona causa.
Sono stato benedetto con tante cose e avere la possibilità di fare ciò che pochi altri possono. Ma io credo che sia più di un'opportunità, è un dovere. Raccogliere e gustare i frutti del mio talento per me sarebbe stato egoista, irresponsabile e ingiustificabile. In questi giorni di tanta abbondanza e progresso in quello che possiamo fare, mi addolora pensare che lo si faccia poco per i nostri figli. In qualche modo mi sento immeritevole di ricevere un premio per aver fatto qualcosa che è mio dovere fare. Accetto questo premio come un gesto di incoraggiamento al popolo dell'India e una divulgazione del messaggio di fare di più per l'umanità. Io vi amo molto.
Mahatma Gandhi sapeva quanto sia importante portare l'attenzione del mondo per conquistare la libertà per l'India senza utilizzare alcuna arma. In un certo senso è stato il primo a capire veramente l'importanza e il potere del pubblico. Lui è sempre stato fonte di ispirazione per me e mi dà gioia ancora più grande l'orgoglio di essere riconosciuto dal suo popolo.
Sono qui oggi per la mia ispirazione Hinduja. Mr. Hindunja e la sua bella famiglia. Io vi amo molto. Abbiamo la stessa missione di portare pace nel mondo. Kamal Dunduna ha creato un grande spettacolo. Mahnice, la ringrazio per il suo costume meraviglioso, lo apprezzo molto. Vi amo tutti. Grazie".
ORIGINAL - CREDITS
Sandrine Orabona - Documentarista di "This Is It"
2009
Quando sono iniziate le prove per lo show `This Is It` di Michael Jackson , Michael decise che voleva documentare la creazione dello show dall'inizio per suo uso personale.
La creatrice di documentari di Hollywood Sandrine Orabona è stata scelta per catturare il momento. L'intenzione era quella di catturare alcune scene dietro le quinte e per Michael Jackson di avere i video di questa occasione per la sua biblioteca personale.
All'inizio del progetto, nessuno avrebbe potuto prevedere quello che stava per accadere.
Sandrine e il suo collega videografo Tim Patterson sarebbero state le due persone che avrebbero catturato gli ultimi mesi di Michael Jackson.
Il documentario che sarebbe diventato 'This Is It' mostra un Michael Jackson che il mondo non aveva mai visto prima. Era brillante, eloquente e un assoluto genio musicale.
Si vede spesso un Jackson severo, ma parte della squadra quando si trattava di mettere insieme questo spettacolo.
Sandrine Orabona ha raccontato la storia del suo periodo nel 'This Is It' a Undercover.com.au
Paul Cashmere: Perché Michael Jackson è stato filmato e per cosa era originariamente destinato il video?
Sandrine Orabona: Il filmato è stato originariamente previsto per la biblioteca personale di Michael Jackson e per il materiale "dietro le quinte" che poteva potenzialmente essere usato per la commercializzazione futura o per documentari. Questa è una pratica abbastanza comune nel settore dello spettacolo e ho lavorato come documentarista per diversi musicisti e registi in passato per produrre materiale per la promozione su internet, in DVD, o nei programmi televisivi. Questo, ovviamente, è diventato qualcosa di molto più grande.
Paul Cashmere: Come sei arrivata a lavorare al film?
Sandrine Orabona: Ho ricevuto una telefonata dal mio amico Steve Stone, che aveva lavorato con il regista Kenny Ortega nel film "High School Musical". Kenny e Paul Gongaware di AEG stavano cercando due produttori nel campo che avessero anche l'inusuale abilità di essere in grado di riprendere e montare - tratti che Tim Patterson e io condividevamo. Il mio obiettivo è il cinema documentario e ho l'abitudine di avvicinarmi a tutto ciò che documento come se dovesse essere visto dal grande pubblico - sia tecnicamente che creativamente - anche quando faccio parte di una piccola squadra di due persone. Ho sempre creduto che, se fatto correttamente, anche qualcosa di così intimo può produrre grandi risultati, un approccio che Roger Ebert esalta nella sua recensione del film.
Paul Cashmere: Hai lavorato con Michael, la persona. Il film mostra una persona amichevole e professionale, in contrasto con l'immagine ritratta dai media.
Sandrine Orabona: Quello che sento davvero incredibile nel "This Is It" è che Kenny Ortega coglie perfettamente l'esperienza unica di essere vicino a Mr. Jackson, l'uomo e il professionista al lavoro. Amici e sconosciuti sono venuti da me e mi hanno abbracciata fuori dai cinema, quando hanno scoperto che ho fatto parte del team del documentario. Penso che i fan abbiano davvero apprezzato di poter vedere questo lato di Mr. Jackson e io considero un onore e un privilegio non solo averlo visto, ma anche aver girato qualcosa che raramente è stato mostrato nei media fino al rilascio di questo film.
Paul Cashmere: Ciò che spicca in 'This Is It' è il genio di Michael Jackson. Il film mette in luce in particolare il talento che ha portato alla creazione della musica e dello spettacolo.
Sandrine Orabona: Sembra logico che il senso artistico di Michael Jackson fosse così intuitivo, ma quando ero lì ho sentito la magia di questo processo - cosa che penso si percepisca assolutamente guardando il film. Non usa un sacco di gergo tecnico per trasmettere quello che vuole sentire, usa termini più emotivi - una scorciatoia creativa che Kenny Ortega, Travis Payne, Michael Bearden e il resto del gruppo capiscono e utilizzano loro stessi, dato che sono artisti. Più di una volta mi sono trovata rapita dal momento e ballavo mentre stavo girando - "Billy Jean" è un esempio perfetto - e ho dovuto ricordare a me stessa di fermarmi in modo che la telecamera non si muovesse troppo.
Paul Cashmere: Il film lo mostra con un'energia incredibile, non un uomo che sta per morire. Quando Kenny fece trasmettere la prima clip di They Don't Care About Us a una settimana dalla morte di Michael è stato per dissipare le voci che non era fisicamente in grado di fare il tour. Anche giorni prima della sua morte non deve esserci stato alcun segno di ciò che stava per succedere.
Sandrine Orabona: Quello che ho girato e vissuto erano il signor Jackson e il suo team al culmine del loro processo creativo e il loro modo di mettere insieme uno dei più grandi concerti che il mondo abbia mai visto. Tutte le persone coinvolte stavano mettendo una quantità incredibile di energia in questo obiettivo, e sono felice che "This Is It" serva a dissipare qualunque voce sia stata perpetuata nei media.
Paul Cashmere: Quando si è saputa la notizia, ed eravate tutti insieme, qual è stata la reazione nella stanza?
Orabona Sandrine: Stavo girando nel momento in cui è stata annunciata la notizia della morte di Mr. Jackson alla squadra, e posso onestamente dire che le mie emozioni erano così forti che non riuscivo neanche a reggere la videocamera - mi girava la testa e non potevo stare in piedi, così ho fatto la maggior parte delle riprese in ginocchio. Non voglio andare troppo nel dettaglio per rispetto delle persone che erano lì, ma se ricordi che il mondo intero è rimasto scioccato e in lutto, penso che tu possa immaginare l'impatto che la notizia ha avuto sulla squadra. Alcuni di quei filmati sono nel trailer e forse un giorno il resto del mondo riuscirà a vederli.
Paul Cashmere: "This Is It" è stato il primo assaggio di quello che succedeva nella preparazione di un tour importante. Visto il successo del film, pensi che altri atti importanti seguiranno e cattureranno un documento simile?
Sandrine Orabona: Spero che "This Is It" apra la strada ad altro materiale di questo tipo. Questo è esattamente il tipo di lavoro in cui credo - documentari su musicisti che possono intrattenere, ma anche inviare un messaggio potente. Penso che sia importante documentare i nostri artisti e condividere il loro processo, soprattutto perché molti finanziamenti vengono tagliati dai nostri programmi artistici nelle scuole. Il documentario musicale è un grande veicolo in quanto il pubblico è molto sensibile a questo genere e, ovviamente, ora abbiamo la tecnologia per farlo a basso costo.
Paul Cashmere: Hai girato oltre 100 ore di riprese delle prove del This Is It. Il DVD conterrà contenuti aggiuntivi e una di queste canzoni è 'Stranger In Moscow' che non è nel film.
Sandrine Orabona: "Stranger in Moscow" è una delle canzoni che abbiamo girato durante le prove che non è stata inclusa nel film. Credo che dal momento che è una ballata, vi potete aspettare di vedere qualcosa che è visivamente simile alla "Human Nature" del film. E' anche personalmente uno dei miei momenti preferiti delle prove, quindi sono molto felice di sapere che Sony ha scelto di includerla nei contenuti bonus DVD per il film.
Paul Cashmere: Quali sono le prospettive per te dopo questo?
Sandrine Orabona: Spero di continuare a essere coinvolta nella produzione, nelle riprese e nel montaggio di questo tipo di materiale in futuro. E' sempre bello quando documento i musicisti e il loro team - e credo anche che produca documentari potenti e piacevoli che tutti vogliono vedere.
Traduzione: Michael Jasckson FanSquare
ORIGINAL TEXT
Fans - Amici - Vip .. parlano di Michael
Dionne Warwick
'Quando ho conosciuto Michael Jackson aveva circa 10 anni. Lui e i suoi fratelli cantavano ad una festa per Berry Gordy che aveva invitato molte celebrità a casa sua. Quello scricciolo entrò e si sedette accanto a me e mi disse:
MJ: '' Chi sei? ''
DW: “Sono Dionne Warwick e tu chi sei?
MJ: ''Io sono Michael Jackson!''
DW: “E che cosa sai fare Michael Jackson?
MJ: “ Io canto”.
Dionne Warwick - Recordações
‘‘Quem é você?’’, eu sou Dionne Warwick e quem é você ‘’Eu sou Michael Jackson!’’ e o que você faz Michael Jackson? ele disse, ‘’eu canto’’.
‘‘Quando conheci Michael Jackson ele tinha uns 10 anos. Ele e os irmãos foram cantar em uma festa para Berry Gordy que havia convidado mutas celebridades para sua casa. Aquela coisinha entrou e sentou do meu lado :
‘‘Quem é você?’’, eu sou Dionne Warwick e quem é você ‘’Eu sou Michael Jackson!’’ e o que você faz Michael Jackson? ele disse, ‘’eu canto’’.
UPDATE - AGGIORNAMENTO
'Quando ho conosciuto Michael Jackson aveva circa 10 anni. Lui e i suoi fratelli cantavano ad una festa per Berry Gordy che aveva invitato molte celebrità a casa sua. Quello scricciolo entrò e si sedette accanto a me e mi disse:
MJ: '' Chi sei? ''
DW: “Sono Dionne Warwick e tu chi sei?
MJ: ''Io sono Michael Jackson!''
DW: “E che cosa sai fare Michael Jackson?
MJ: “ Io canto”.
Dionne Warwick - Recordações
‘‘Quem é você?’’, eu sou Dionne Warwick e quem é você ‘’Eu sou Michael Jackson!’’ e o que você faz Michael Jackson? ele disse, ‘’eu canto’’.
‘‘Quando conheci Michael Jackson ele tinha uns 10 anos. Ele e os irmãos foram cantar em uma festa para Berry Gordy que havia convidado mutas celebridades para sua casa. Aquela coisinha entrou e sentou do meu lado :
‘‘Quem é você?’’, eu sou Dionne Warwick e quem é você ‘’Eu sou Michael Jackson!’’ e o que você faz Michael Jackson? ele disse, ‘’eu canto’’.
UPDATE - AGGIORNAMENTO
I profumi preferiti di Michael....
Bal A Versailles (Jean Desprez, 1962)
Black Orchid (Tom Ford, 2006)
Michael cambiava profumo quando non riusciva a trovare il suo preferito.
CURIOSITA':
L'odore della pelle di Michael...
- Mentre i fan potevano vedere i calzini e il guanto, quello che non potevano sapere era cosa si provava a stare accanto a Michael. E come tutti quelli coinvolti in "This Is It" hanno osservato, MJ aveva sempre un odore incredibile.. profumava di buono.
Un giorno, dovevano iniziare le prove e i ballerini aspettavano Michael... improvvisamente, anche se erano di spalle e quindi non potevano vederlo, capirono che era arrivato solo dal suo odore.
Quando Michael chiese loro come avevano fatto a sapere che era lì, hanno risposto: "Facile, per il tuo profumo!”. E allora, quel burlone di Michael il giorno dopo lo cambiò apposta!..
... Odiava essere volgare o monotono, ovviamente …
[…]
- "Aveva queste fragranze personalizzate fatte per lui e i designer gli mandavano dei profumi che lui tendeva a mescolare piuttosto innocentemente," ha raccontato il coreografo Travis Payne. "Aveva sempre un buon odore. Potevi capire se si stava avvicinando e anche dopo che se n'era andato il suo profumo rimaneva nell'aria...”
[…]
- Il ballerino Timor Steffens sorride con affetto ricordando quella fragranza persistente, leggermente floreale. "il suo odore era così presente, l'ho abbracciato prima che andasse via e una volta allontanatosi avevo ancora il suo odore sulla mia mano", ha detto. "La mia mano profumava come..
' Questo è Michael! Questo è Michael! "'...
[…]
- Portava sempre con sé una piccola bottiglia di profumo per spruzzarselo spesso e abbondantemente! (non solo perchè gli piaceva “odorare” di buono ma anche perchè poteva capitare che un fan lo abbracciasse..)
A causa di questa abitudine, spesso lasciava aperta la bottiglietta che inzuppava i suoi abiti, colorandoli e rovinandoli .. [Michael Bush]
LINK - CREDITS
L'odore della pelle di Michael...
- Mentre i fan potevano vedere i calzini e il guanto, quello che non potevano sapere era cosa si provava a stare accanto a Michael. E come tutti quelli coinvolti in "This Is It" hanno osservato, MJ aveva sempre un odore incredibile.. profumava di buono.
Un giorno, dovevano iniziare le prove e i ballerini aspettavano Michael... improvvisamente, anche se erano di spalle e quindi non potevano vederlo, capirono che era arrivato solo dal suo odore.
Quando Michael chiese loro come avevano fatto a sapere che era lì, hanno risposto: "Facile, per il tuo profumo!”. E allora, quel burlone di Michael il giorno dopo lo cambiò apposta!..
... Odiava essere volgare o monotono, ovviamente …
[…]
- "Aveva queste fragranze personalizzate fatte per lui e i designer gli mandavano dei profumi che lui tendeva a mescolare piuttosto innocentemente," ha raccontato il coreografo Travis Payne. "Aveva sempre un buon odore. Potevi capire se si stava avvicinando e anche dopo che se n'era andato il suo profumo rimaneva nell'aria...”
[…]
- Il ballerino Timor Steffens sorride con affetto ricordando quella fragranza persistente, leggermente floreale. "il suo odore era così presente, l'ho abbracciato prima che andasse via e una volta allontanatosi avevo ancora il suo odore sulla mia mano", ha detto. "La mia mano profumava come..
' Questo è Michael! Questo è Michael! "'...
[…]
- Portava sempre con sé una piccola bottiglia di profumo per spruzzarselo spesso e abbondantemente! (non solo perchè gli piaceva “odorare” di buono ma anche perchè poteva capitare che un fan lo abbracciasse..)
A causa di questa abitudine, spesso lasciava aperta la bottiglietta che inzuppava i suoi abiti, colorandoli e rovinandoli .. [Michael Bush]
LINK - CREDITS
"Much Too Soon" - indagine sulla genesi di un titolo postumo di Michael Jackson
2011
Dovido, Quagmire e Tristan, tutti e tre membri del forum MJFrance, hanno condotto una piccola indagine sulla canzone "Much Too Soon", intervistando i due chitarristi impegnati nella canzone. Ecco a voi queste interviste piene di informazioni e ricche di scoperte sul lavoro di questi chitarristi, come pure su quello di Michael Jackson, così poco promosso, purtroppo, dalla stampa tradizionale.
Parte prima: Intervista a Jeffrey Mironov
Nei giorni che seguirono alla scomparsa di Michael Jackson uscirono fuori molte testimonianze dei suoi colleghi. Una delle più sorprendenti è di poche righe ed è stata scritta da Rob Hoffman, ingegnere del suono dell'album HIStory :"Una mattina MJ arrivò con una nuova canzone che aveva scritto durante la notte. Abbiamo chiamato un chitarrista e Michael gli ha cantato ogni nota di ogni accordo. "Ecco la prima nota del primo accordo, la seconda nota, la terza nota. Ecco la prima nota del secondo accordo, la seconda nota, la terza nota", ecc, ecc. Poi l'abbiamo visto fare la più sincera e profonda performance vocale, dal vivo nella sala controllo attraverso un SM57 (tipo di microfono, ndt)"
Rob non aveva detto il nome della canzone e lei è rimasta un sogno per i fan per qualche mese... Diciotto mesi esatti, perché il 10 Dicembre 2010 è uscito il primo album postumo di Michael Jackson, "Michael". Rob poi ci ha detto che la traccia numero 10 dell'album non era altro che la canzone della sua storia. Lui ha colto l'occasione per dare un pò più di dettagli e abbiamo saputo il nome del chitarrista: Jeffrey Mironov.
Subito io e i miei compagni-di-intervista-dei-collaboratori-di-Michael Jackson abbiamo cercato di contattarlo. Jeffrey è un vero artista, un professionista vero, che può suonare tutto, che è coinvolto in tutto, ma non cerca la fama. Ha iniziato la sua carriera nei primi anni '70 ed ha partecipato a centinaia di registrazioni negli studios di New York, con tutti gli artisti famosi che si possano immaginare, da Frank Sinatra a Gladys Knight & the Pips, e naturalmente, Michael Jackson. Jeffrey sta partecipando attualmente a delle registrazioni in studio, in particolare con Elizabeth Claire Burke, e si esibirà prossimamente al Metroplitan Museum of Art come parte di una mostra dedicata agli strumenti musicali creati da leggendari liutai.
Ecco l'intervista che questo grande ci ha concesso:
Dovido: Com'è arrivato a lavorare con Michael Jackson?
Mironov: Credo che il nome del gentleman sia Brad Buxer. Michael Jackson venne a New York per fare questa registrazione, che è diventata HIStory, e Brad Buxer stava cercando di avere un'idea di musicisti esperti di studio che avrebbero potuto lavorare con Michael. In un modo o nell'altro il mio nome è stato menzionato, io in realtà non so chi mi abbia raccomandato. Può essere stato Bruce Swedien. Bruce Swedien è stato legato a Quincy Jones per anni.
Quincy Jones aveva prodotto una registrazione con Diana Ross per "The Wiz". Avevano inciso una canzone chiamata "Ease On Down The Road" e fui contattato per partecipare alla sessione di registrazione.
Bruce Swedien era legato a Quincy Jones, perciò forse sono stato menzionato per questo progetto di Michael Jackson per il mio lavoro con Quincy Jones. In ogni caso, Brad Buxer mi fece una telefonata. Sono andato lì e abbiamo fatto una sorta di audizione. Michael stava cercando di vedere con chi era a suo agio. E' arrivato e ho usato diversi tipi di chitarre attraverso diversi tipi di amplificatori e abbiamo fatto una sorta di inventario dei diversi suoni che avevo.
C'era un assistente che scriveva tutte le osservazioni di Michael. Lui era molto rispettoso, molto simpatico. Abbiamo parlato un po', mi ricordo che abbiamo parlato un po' del blues, dell'importanza dell'influenza del blues. Ma non avevamo molto tempo, tutti erano molto concentrati sul progetto.
D: Le ho inviato via email una versione di "Much Too Soon" che circolava su Internet e sulla quale non c'era la fisarmonica della versione finale. Ha potuto di ascoltare la canzone? È proprio lei che suona la parte della chitarra?
M: Ho ascoltato, ma non sono sicuro di essere io in quella versione. E' stata la prima canzone che ho suonato con Michael. Ricordo anche che ero in studio con Michael e che era solo una chitarra e la sua voce. C'era anche un metronomo credo, ed erano corde di nylon, una chitarra classica e la sua voce. Mi ricordo che abbiamo provato la canzone e che quando si è sentito a suo agio con essa, è andato nella sala controllo e ha cantato dalla sala controllo, mentre io suonavo nello studio.
D: OK, dunque non ha fatto dei doppiaggi, ha suonato dal vivo?
M: Io ho suonato dal vivo, lui ha cantato dal vivo su una traccia-metronomo. Poi sono state fatte delle sovraincisioni.
D: Le ho anche inviato via email una storia che Rob Hoffman, uno degli ingegneri di HIStory, ha raccontato su Gearslutz, un forum dedicato all'ingegneria del suono. Dice che il brano è stato registrato nelle prime sessioni di HIStory. Un giorno Michael Jackson è entrato e ha chiesto un chitarrista perché aveva composto una canzone durante la notte. Allora le hanno chiesto di venire e Michael le ha cantato ogni nota di ogni accordo.
M: No. Michael era molto coinvolto e aveva una idea molto chiara di quello che dovevo fare, ma non ha dettato ogni nota. Se suonavo un particolare accordo e l'accordo non gli si adattava o se la nota prodotta da una delle corde non gli sembrava adatta, mi ricordo che diceva: "una di quelle note suona un po' falsa, questa, questa", e io aggiustavo in base al suo orecchio. Mi ha permesso di scegliere gli arrangiamenti che volevo, quelli con cui ero a mio agio.
Lui non dettava ogni nota, ma era molto coinvolto e preciso su quello che voleva sentire. Ma mi relegava le decisioni specifiche, come le inversioni degli accordi o la densità di ciascuna parte. Questa canzone era molto emozionante, molto dolce ed è stato straordinario suonare con lui. Ha cantato perfettamente, semplicemente in modo perfetto. Era carico di emozione, passione, speranza e desiderio. Ricordo che era una canzone molto intima e una registrazione molto personale: solo la sua voce e la mia chitarra!
D: Ha lavorato con lui su altre tracce?
M: Sì. Ce ne sono forse tre o quattro sulle quali ho suonato. Ma, onestamente, non ne saprei dire il nome. Il progetto risale a troppo tempo fa. Non ho mantenuto tanto a lungo molti ricordi di questo progetto. Quello che mi ricordo è che ho suonato solo su una canzone organica e intima. Tutto il resto di quello che ho suonato era piuttosto imponente, hi-tech, RnB, rock...
D: Ha ancora la registrazione?
M: Ho questa registrazione da qualche parte nel mio appartamento. Purtroppo non sono riuscito a ritrovarla perché non ho più pensato a questo progetto, non so dove sia. Se la ritrovo prometto che ascolterò quelle canzoni, per vedere se ricordo qualche altra informazione. Purtroppo, mi dispiace, non sono stato molto "Michael Jackson".
D: Cosa ne pensa di Michael Jackson come compositore e del suo modo insolito di creare musica?
M: In primo luogo, aveva un dono. Aveva un immenso senso della melodia, dell'armonia e del ritmo. Il suo talento canoro era molto sviluppato, come le sue capacità artistiche in generale. Tutto ciò che faceva era prestare personalità, energia, concentrazione ed entusiasmo. Era potentemente creativo in tutto quello che faceva o utilizzava.
Dal momento che in realtà non suonava seriamente degli strumenti musicali, usava tutta la tecnologia disponibile per comunicare il suo talento artistico, il suo senso del ritmo, della melodia e dell'armonia. Non ho mai assistito all'evoluzione o alla scrittura della canzone. Quando sono entrato in contatto con lui le canzoni erano già scritte. Quindi non ho davvero visto il percorso di ispirazione dall'inizio alla canzone completata, il modo in cui procedeva.
Ma ho un'idea molto chiara della sua capacità artistica. Aveva una grande forza ed era dedicata alla sua arte. Si lasciava condurre e, forse, anche guidare dal suo senso artistico. Sapeva quello che faceva. Era consapevole della validità delle melodie che componeva, dei ritmi che sentiva o della struttura sonora che voleva, dell'intensità dell'idea. Tutto questo gli era molto chiaro. Sapeva quando quello che suonavi si abbinava alla sua visione e quando non corrispondeva. Era molto facile lavorare con lui. Era molto dolce, sensibile e rispettoso. Era concentrato sulla sua creatività. Lui non perdeva tempo, non sprecava le parole, ma aveva una sorta di dolce innocenza che ho davvero apprezzato.
In contrasto con questo, era circondato da molte persone che non erano affatto così. Michael aveva un'anima magnifica. E purtroppo era circondato da molte persone che, credo, non apprezzavano la sua profondità d'animo e il suo valore.
Quando Michael arrivava in studio, molto spesso i corridoi venivano evacuati. Nessuno aveva il diritto di stare nei corridoi, quando Michael arrivava con il suo entourage. Era pazzesco!
Come artista, era molto influenzato dalla sua innocenza, dalla sua tenerezza, questo rappresentava una grande parte dello spirito di Michael.
Ma penso che fosse anche in conflitto con quello. Per questo ha avuto molti altri sviluppi della personalità di cui non aveva davvero bisogno, che erano il contrario di questo.
Mi ricordo che spesso voleva che le luci fossero spente. Quando Michael arrivava, diventava buio! Ricordo anche che ascoltava la musica troppo alta. Era così alta! Talmente forte che quando ascoltava qualcosa dovevo lasciare la stanza. Ricordo di aver pensato che gli avrebbe danneggiato le orecchie.
Aveva le apparecchiature più sofisticate del mondo nello studio, i sintetizzatori e gli amplificatori più recenti e più hi-tech che si potessero immaginare. Era come un laboratorio scientifico! Nessuna spesa era risparmiata. Tutto doveva essere oltre la perfezione.
D: Grazie per il suo tempo e la sua generosità. Le auguro un buon pomeriggio!
M: Grazie, buona giornata, Dovido!
Riagganciando il telefono, eravamo combattuti tra la soddisfazione intensa di aver parlato con questo grande uomo e l'immensa curiosità sulle domande rimaste senza risposta. Ora avevamo più informazioni sullo sviluppo della canzone. In particolare, sapevamo che è stato Jeffrey a partecipare alla registrazione originale e che questa registrazione consisteva di una chitarra classica, una traccia-metronomo e la voce di Michael.
Ma non sapevamo quanto quello che è stato registrato quel giorno corrispondesse a ciò che era uscito su "Michael". In quel momento ci siamo resi conto che che Jeffrey non era il chitarrista accreditato nell'album, che il solo chitarrista citato nei crediti era Tommy Emmanuel...
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Parte seconda: Intervista a Tommy Emmanuel
Subito io e i miei compagni-di-intervista-dei-collaboratori-di-Michael Jackson abbiamo cercato di contattarlo. Anche Tommy è un artista incredibile. E' considerato uno dei più grandi chitarristi acustici del mondo e ha avuto l'onore di sentire il grande Eric Clapton dire di lui che era il più grande chitarrista che avesse mai visto! Il suo nuovo album "Little by Little", un doppio album fantastico che include numerose partecipazioni di altri artisti e prevalentemente delle composizioni originali, è stato appena pubblicato. Tommy è attualmente in tour in Europa. Ecco l'intervista che questo gran signore ci ha rilasciato fra due concerti: Dovido: Qual è stato il suo ruolo nella registrazione del brano "Much Too Soon"?
Tommy Emmanuel: Come musicista di studio, sono stato spesso chiamato in causa perché posso suonare tutti gli stili. Se vuoi un assolo, posso suonare un assolo, se vuoi la ritmica, posso suonare la ritmica, se vuoi il basso, suono il basso, se hai bisogno di una batteria, suono la batteria.
Con il titolo di Michael Jackson era un progetto particolare. Ho fatto la mia parte a Londra, e tutto il resto è stato fatto a Los Angeles. Mi è stato chiesto spesso di fare così. Ho suonato su un album di Diana Ross. Il produttore è venuto da Los Angeles in Inghilterra e io ho fatto la mia parte in Inghilterra. Poi è tornato a Los Angeles e ha incluso la mia parte sul titolo. Ho fatto la stessa procedura per il titolo di Michael. Hanno trasmesso il brano via e-mail alla Sony a Londra e poi l'abbiamo caricato in studio.
Ho ascoltato il brano e ho preparato la mia parte alla chitarra. Ho suonato un piccolo assolo e ho provato un paio di idee per accompagnare la voce cantata di Michael. Poi ho chiamato il produttore a Los Angeles e gli ho fatto ascoltare quello che stavo facendo e mi ha detto quello che gli piaceva e quello che voleva che cambiassi perché la canzone fosse come la voleva. Ho proposto diverse versioni, e tre o quattro idee per assoli. Poi ne hanno scelta una, e voilà, la mia parte era sulla traccia! Ho fatto le mie registrazioni nel mese di agosto dello scorso anno, e l'album è uscito a dicembre, giusto?
D: Sì, a dicembre. Quanto tempo è durato il processo di registrazione del titolo "Much Too Soon"?
E: Poche ore. Mi hanno mandato il titolo, credo che si potrebbe chiamare una demo. C'era la voce di Michael, una traccia-metronomo, della chitarra e del sintetizzatore. Ho sostituito la chitarra, ci ho messo su un assolo e dopo hanno fatto il resto a Los Angeles. Hanno aggiunto veri archi, fisarmonica e altri elementi.
D: Può descrivere un pò la parte di chitarra della demo?
E: Era semplice e perfetta per il titolo. Erano corde di nylon.
D: Che tipo di chitarra ha usato per l'assolo?
E: Per il mio assolo ho usato corde metalliche. Era la mia chitarra Maton.
D: Quindi gli arpeggi di chitarra classica che si sentono nella traccia uscita erano già nella demo?
E: Sì, c'erano. Io ho suonato l'assolo e alcuni elementi alla fine della canzone.
D: Ok, è quello che pensavo, perché la fine della canzone è molto nel suo stile con le armoniche. Pochi giorni prima della pubblicazione dell'album, una versione precedente del brano è stata in circolazione su Internet senza la parte della fisarmonica. Cosa ne pensa di come è venuto fuori l'arrangiamento del titolo? Sa perché si è deciso di aggiungere la fisarmonica e chi ha fatto questa scelta?
E: Ho trovato l'arrangiamento assolutamente perfetto, hanno fatto un ottimo lavoro. Per la fisarmonica non ne ho idea, questo non mi riguarda.
D: Così lei ha ricevuto la demo, ha proposto il suo contributo e l'ha inviato ai produttori. Quando ha potuto sentire gli altri strumenti e l'arrangiamento definitivo?
E: L'ho potuto sentire una volta uscito l'album. Sono andato a comprarlo. Penso di averti detto tutto di questa canzone, perché era una canzone molto semplice e l'arrangiamento era molto bello. Mi è molto piaciuto suonarla.
D: Sì, Michael Jackson non ha fatto spesso canzoni così organiche. E' rimasto sorpreso che Michael Jackson potesse creare canzoni così?
E: No, non mi ha sorpreso, perché io amo tutte le sue canzoni. E' un cantautore incredibile!
D: Le piace come musicista?
E: Certo! Come si fa a non amarlo?
D: Oh, alcuni dei miei amici lo odiano, quindi è possibile!
E: Sì, vuol dire che non hanno alcun gusto!
D: Ha incontrato Michael Jackson prima della sua scomparsa?
E: Solo per un breve momento. L'ho incontrato negli anni '80 ai Grammy. Un amico, che era un compositore popolare di Los Angeles, aveva un biglietto. Me l'ha dato perché non voleva andarci. Così sono potuto andare ai Grammy e mi sono seduto circa quattro posti dietro Michael Jackson! (Ride) Così durante la pausa pubblicitaria, mi sono alzato, ci siamo stretti la mano e gli ho detto "hello". Lui mi ha detto: "Di dove sei?" e io ho detto "Australia".
Ha detto "continua a parlare, mi piace il tuo accento!" (Ride) Questo è tutto! Ma ho lavorato in Australia con il promotore di Michael a fine anni '80. Mi ha detto che Michael era uno dei migliori artisti con i quali ha lavorato, era coinvolto in ogni dettaglio, conosceva ogni persona che lavorava per lui e trattava tutti molto bene.
D: Grazie per il suo tempo e la sua generosità, buon viaggio, arrivederci!
E: (in francese) Au revoir mon ami, merci beaucoup!
Ancora una volta, riagganciando il telefono, siamo rimasti combattuti tra la soddisfazione intensa di aver parlato con quest'altro grande uomo e la curiosità immensa sulle domande rimaste senza risposta. Le informazioni che ci ha dato sono accurate, comunque: la sua partecipazione gli ha richiesto qualche ora, ha interagito per telefono ed e-mail con i produttori e non è lui che ha suonato gli arpeggi di chitarra classica. Inoltre, ci dice che la parte di chitarra della demo che gli è stata inviata è la stessa che si sente sul disco, e la descrizione che ci ha dato di questa demo è identica a quella della demo di Jeffrey.
So we're hoping that our prayers will see
The day that the demo will come back to Jeffrey
But we guess we learned our lesson much too soon...
MJFrance ringrazia Dovido, Quagmire e Tristan per queste due bellissime interviste.
LINK - CREDITS
Buddha Stretch, coreografo di MJ: non c'è nessuno che si avvicini a lui
2012
Nel 1992 Michael Jackson ha sbalordito il mondo con uno dei suoi video clip più lunghi, "Remember The time", che offre uno dei suoi balli più memorabili di fronte a Eddie Murphy e Iman che caratterizzano i governanti dell'antico Egitto.
Buddha Stretch, responsabile di questa coreografia intricata, è a Lima per partecipare al primo Festival Internazionale di Cultura Urbana (Ficu), insieme con gli altri grandi maestri del genere: Caleaf Sellers, che è stato il coreografo di Mariey Carey e Will Smith e Leslie Felician, che ha lavorato con Alejandro Sanz in tour Alma al aire", Miguel Bosè e Paulina Rubio.
"Questa è la mia prima volta in Perù. I ballerini peruviani sono davvero talentuosi. Imparano velocemente e vivono per la danza. Non solo imparano i passi, li vivono. Amano la cultura urbana tanto quanto me"..
In conversazione con RPP Noticias, Buddha ha ricordato il Re del Pop e ha espresso il suo parere del caso controverso contro Conrad Murray, che è stato condannato a quattro anni di carcere, dopo essere stato trovato colpevole della sua morte.
Tu hai lavorato con Michael Jackson ...
Una volta ho lavorato con lui, ho coreografato il video "Remember the time". Era l'unico video in cui ha fatto hip hop.
Lavorammo per quasi 2 mesi, gli ho insegnato l'hip hop e l'ho aiutato ad esprimere il suo amore per quella cultura. Ha fatto molte domande perché lo conosceva ma non lo aveva mai ballato.
Cosa ti ricordi di lui?
Era molto tranquillo, ma era come se fosse 2 persone. Michael Jackson poteva essere il ragazzo tranquillo e poi l'artista. Era incredibile.
Pensi che ci sia un altro cantante e ballerino che possa raggiungere il livello di Michael?
Usher e Justin Timberlake sono molto bravi. Ma neanche due come loro messi insieme potrebbero avvicinarsi a Michael. Non c'è nessuno che possa raggiungere il livello di Michael Jackson.
Cosa ne pensi dei risultati del processo contro Conrad Murray?
Io lo vedo come un karma. Per qualcosa di negativo che ha fatto, abbiamo perso Michael. Se fai cose cattive, ti accadranno cose cattive.
Nel 1992 Michael Jackson ha sbalordito il mondo con uno dei suoi video clip più lunghi, "Remember The time", che offre uno dei suoi balli più memorabili di fronte a Eddie Murphy e Iman che caratterizzano i governanti dell'antico Egitto.
Buddha Stretch, responsabile di questa coreografia intricata, è a Lima per partecipare al primo Festival Internazionale di Cultura Urbana (Ficu), insieme con gli altri grandi maestri del genere: Caleaf Sellers, che è stato il coreografo di Mariey Carey e Will Smith e Leslie Felician, che ha lavorato con Alejandro Sanz in tour Alma al aire", Miguel Bosè e Paulina Rubio.
"Questa è la mia prima volta in Perù. I ballerini peruviani sono davvero talentuosi. Imparano velocemente e vivono per la danza. Non solo imparano i passi, li vivono. Amano la cultura urbana tanto quanto me"..
In conversazione con RPP Noticias, Buddha ha ricordato il Re del Pop e ha espresso il suo parere del caso controverso contro Conrad Murray, che è stato condannato a quattro anni di carcere, dopo essere stato trovato colpevole della sua morte.
Tu hai lavorato con Michael Jackson ...
Una volta ho lavorato con lui, ho coreografato il video "Remember the time". Era l'unico video in cui ha fatto hip hop.
Lavorammo per quasi 2 mesi, gli ho insegnato l'hip hop e l'ho aiutato ad esprimere il suo amore per quella cultura. Ha fatto molte domande perché lo conosceva ma non lo aveva mai ballato.
Cosa ti ricordi di lui?
Era molto tranquillo, ma era come se fosse 2 persone. Michael Jackson poteva essere il ragazzo tranquillo e poi l'artista. Era incredibile.
Pensi che ci sia un altro cantante e ballerino che possa raggiungere il livello di Michael?
Usher e Justin Timberlake sono molto bravi. Ma neanche due come loro messi insieme potrebbero avvicinarsi a Michael. Non c'è nessuno che possa raggiungere il livello di Michael Jackson.
Cosa ne pensi dei risultati del processo contro Conrad Murray?
Io lo vedo come un karma. Per qualcosa di negativo che ha fatto, abbiamo perso Michael. Se fai cose cattive, ti accadranno cose cattive.
ORIGINAL TEXT
Persone che vale la pena conoscere: Michael Jackson
.. persone che hanno avuto un grande impatto e hanno cambiato il corso della storia. Persone che vale la pena conoscere i cui esempi ci condurranno verso un futuro migliore.
[...]
Non solo un intrattenitore, Michael era un appassionato umanitario, e ha spesso espresso questa sua passione nei suoi testi. In canzoni come "We are the World" e "Man in the Mirror" Michael ha parlato al cuore della gente e ha fatto forti dichiarazioni della necessità di unità, di compassione e di pace tra gli uomini.
[...]
Nonostante ogni accusa rivolta contro Michael, non si può non sostenere che ha lavorato duramente per migliorare un mondo che vedeva con tanti problemi. A differenza di molti di noi, desiderare che le cose andassero meglio non era abbastanza. Michael vedeva il mondo non per quello che era, ma per quello che poteva essere e, per questo, ha trascorso tutta la sua vita usando i suoi doni e talenti per cambiare il mondo.
Michael è il testimone di ciò che una sola persona può fare quando ci si dedica veramente a fare la differenza.
Nella mia giovinezza , Michael era tutto quello che volevo essere : era astuto, professionale, vestiva abiti incredibili, ballava come una star, era quello che tutti volevano essere. Quando sono cresciuto, ho capito che era molto più di una star, Michael era un eroe.
Vedendo tutto quello che ha realizzato, si può solo immaginare la quantità di lavoro che ha dovuto fare ogni giorno.
Si è reso responsabile di fare la differenza, un'ideale che molti di noi dimentichiamo man mano che la vita va avanti. Michael ci ricorda ogni giorno la potenzialità che abbiamo per fare la differenza nel mondo.
If You Wanna Make The World A Better Place, Take A Look At Yourself And Then Make A Change" .
Grazie per averci dedicato la tua vita Michael. Ci mancherai!
ENGLISH
Il marchio più conosciuto al mondo: "Michael Jackson"
Facendosi ritrarre con questi bambini africani, Michael Jackson era pienamente consapevole che avrebbe attirato gli sguardi di tutto il mondo verso i problemi economici e sociali di queste comunità. Ha usato il potere del suo marketing personale per cause umanitarie. E' stato il primo artista nella storia della musica ad utilizzare questo tipo di approccio commerciale.
L'unico marchio che indiscutibilmente è più riconoscibile nel mondo oltre Nike, Coca Cola o Pepsi è probabilmente 'Michael Jackson'. Come individuo, artista, performer, compositore, produttore e anche come ambasciatore di pace, Michael Jackson ha definito il comportamento di una intera generazione. Era costantemente citato da Forbes nel 1990 come l'uomo più influente del mondo: Michael Jackson ha raggiunto questi riconoscimenti da un particolare tratto del suo carattere, la sua etica del lavoro e perché ha davvero cambiato la vita di milioni di persone.
Diciamo che MJ non era l'uomo più bello di quell'epoca, o per lo meno non possedeva una bellezza più convenzionale, inoltre, non viveva in un costante 'flirt' con i media. E allora come è possibile che un uomo così solitario e introverso sia diventato il più potente e influente uomo degli anni '90?
Michael Jackson era un perfezionista. Una persona creativa e potente che ha dedicato tutta la sua vita a perfezionare il suo mestiere. Aveva un obiettivo personale che era quello di servire le persone. Non era per soldi o per la notorietà ma per offrire un servizio all'umanità. Sognava un mondo migliore ed è finito per diventare un fenomeno globale. Il mondo è diventato un grande fan di MJ non solo per la sua musica ma a causa del suo modo di pensare e di agire!
MJ ha creato un marchio così famoso in Texas, come a Tokyo o Teheran, Tanzania e Toa Payoh e nei luoghi più remoti del mondo – ancora fino ad oggi! La domanda è: Come?
Michael ha raggiunto la fama internazionale con il suo album “Thriller” con cui ha vinto un totale di otto Grammy e detiene il record mondiale per il maggior numero di album venduti fino ai giorni nostri.
Quando Michael Jackson preparava uno spettacolo, era davvero uno spettacolo! Nessun artista al mondo ha suscitato un tale fervore come MJ. I suoi video musicali e concerti erano unici. Ha attirato oltre cento milioni di spettatori nei suoi concerti in tutto il mondo e accumulato numerosi premi per i video musicali ogni anno. A tutt'oggi nessun artista o produttore si è avvicinato a replicare una produzione tipica di MJ.
Michael Jackson ha promosso diversi prodotti durante la sua vita. Ha aumentato le vendite di prodotti come Pepsi e fatto vendere milioni di riviste solo perchè c'era la sua foto in copertina. Michael Jackson ha usato il suo nome e reputazione per fare del bene e da solo ha cambiato il mondo .... Questo è ciò che distingue MJ da qualsiasi altro artista ..
MJ aveva la capacità di raccogliere il sostegno e l'attenzione su qualsiasi causa in cui credeva.
Questo ha contribuito a rinforzare la figura di MJ come leader e come individuo di inestimabile importanza, ed è accaduto molto tempo prima che questo tipo di politica di marketing fosse introdotta nel mondo aziendale. Michael ha dato una lezione alle aziende: è necessario ripagare la società. [ndt… Dare per Ricevere]
Tutto questo è stato realizzato da Michael molto prima della nascita di Internet, Facebook o Twitter. Con l'avvento dei social media marketing, i confini si sono infranti. Il mondo è diventato un'ostrica. Le distanze si sono accorciate alla portata di un click, ma quando Michael ha compiuto tutte queste prodezze non era così. Ci sono molte più lezioni che possiamo imparare da MJ, ma è importante che tutti ricordino l'uomo che rappresentava.
Ha usato il suo dono per la musica per diffondere il suo messaggio in tutto il mondo. Questa è la lezione più importante, perché si è sempre adoperato per migliorare il mondo che lo circondava.
L'influenza positiva che ha esercitato nella vita delle persone, gli ha permesso di avere un'esistenza felice e senza eguali nel dedicarsi agli altri..
domenica 2 luglio 2017
sabato 1 luglio 2017
Jeffrey Stanton Bell, BIANCO E NERO - Un'emulatore di Michael Jackson?
“Ho cambiato pelle, ma io continuo ad essere la stessa persona di prima. La schiavitù della bellezza e del benessere ci rende crudeli. Ora sono più libero”.
Un'emulatore di Michael Jackson? Un altro nero che diventa bianco? Che cos'è una mania o una malattia? Per i creduloni di favole come di innesti di pelle, cremine magiche e di famosi chirurghi italiani che dichiarano tutto questo possibile rispondiamo “mania”, ma per chi vuole veramente saperne di più e credere alla verità e non ai buffi personaggi da film di fantascienza di serie b rispondiamo MALATTIA. La vitiligine di cui anche Michael Jackson è affatto da anni non è un'esclusiva del re del pop, ma una realtà che colpisce il 2% della popolazione mondiale, credete che sia una trovata da fans per acquietarci le coscienze? Bene leggete e imparate, il sapere rende l'uomo libero.
Jeffrey Stanton Bell, nero o bianco? E' nato nero, ma la vitiligine ha guadagnato terreno ed ha attaccato gran parte del suo corpo oggi quasi completamente bianco.
Jeffrey, di 43 anni, era un modello molto richiesto a New York prima che questo disastro alla pelle lo facesse ritirare dalle scene, lasciandolo senza amici e portandolo anche verso una depressione. “Ora ho solo un ossessione: dare un senso alla mia vita”dice.
Ha abbandonato i trattamenti ai raggi ultravioletti accettando così il suo cambiamento d'identità. “Quando ho capito che la natura ha scelto questa strada e che il tutto era irreversibile, ho deciso di farmi trascinare”.
La storia però è molto più complessa e prima che Jeffrey accettasse la sua situazione il tempo ha cambiato molto la sua vita.
I primi sintomi della Vitiligine si manifestarono con delle piccole macchie incolore, molto presto si estesero ovunque sul corpo. Così in soli 6 mesi Jeffrey Stanton Bell, un americano nero, diventò bianco dalla testa ai piedi., anche i suoi capelli persero il loro colore naturale. I medici diagnosticarono la malattia nel 1993 sconvolgendo la sua vita che da quel momento in poi avrebbe condiviso con la vitiligine, malattia che provoca una disfunzione delle cellule che pigmentano la pelle. Questa malattia si manifesta sul 2% della popolazione mondiale. La vitiligine manca di cure, senza le vere cause e le origini da cui deriva, la cura è ancora lontana da un'effettiva soluzione. Abbiamo traccie di questa malattia anche nell'antica Grecia.Jeffrey, il bianco nero, ha visto in che modo è cambiata la sua vita, come la sua identità nel bel mezzo di un'amnesia.
La sua famiglia ha origini nelle Barbados, Antille. La sorella di sua nonna perse anche lei il suo colore naturale condannandola alla solitudine e l'isolamento. “Il tempo delle superstizioni non è mai finito”, dice Jeffrey. “C'è una paura assurda per questa malattia, eppure non è contagiosa.”, “La sofferenza per chi ne è affetto non è psichica, ma morale”. Si è sottoposto a sedute di fototerapia per un anno con raggi ultravioletti e peel di melanina, ha provato a far riemergere il colore perso, ma questo ha solo portato un po' di nero in superficie sotto forma di macchie. “Manciate di colore” dice. “Niente può curarmi, il mio corpo bianco è coperto da grosse macchie nere, il rimedio è stato più dannoso della causa e tutte le mie speranze si sono infrante”.
Nella vita di tutti i giorni le cose non cambiano in meglio. “Le persone continuano a guardarmi, forse più di prima, ma non più per lo stesso motivo, molti di loro mi guardano disgustati e per soddisfare la loro curiosità morbosa. Vedo la loro paura che mi colpisce ogni giorno. Sono diventato un “fenomeno”, le persone hanno paura di essere contagiate, la loro è una paura aggressiva, mi sentono come una provocazione e spesso adottato un atteggiamento di difesa, da vittime.
Alcuni amici con qui ho lavorato, mi ignorano, non ha importanza quanto dica loro come ero un tempo e chi ero, chi sono: Jeffrey”. “Come puoi pensare ad un miracolo?” mi rispondono. Durante questi anni ho vissuto nel mezzo della solitudine, non c'è pena maggiore che sentirsi emarginati”.
Tutte queste sensazioni portano Jeffrey al passato quando con la sua famiglia si trasferì in Svezia, dove per il suo colore nero subì lo stesso trattamento di oggi. Così come con il suo colore naturale ebbe gli stessi problemi che solo il padre riuscì in qualche modo a risolvere e dice: “Mi chiusi in me stesso e un giorno mio padre vedendomi al limite mi disse “ti devi accettare, sei una persona come le altre con un cuore e un'anima”.
Jeffrey, a poco a poco cominciò a guardarsi dentro “un'unica ossessione mi girava nella testa in quei momenti, dare un senso alla mia esistenza”.
Quello fu l'inizio per imparare ad accettare un'altra vita. “Ho cambiato pelle, ma sono sempre lo stesso. Sono morto in qualche modo, ho perso qualcosa del mio corpo che possa identificare le mie origini, ma dentro sono la stessa persona. Ho abbandonato i trattamenti ai raggi ultravioletti e ogni tipo di narcisismo inutile.
Ho rifiutato di fare la vittima e compatire la mia malattia. Nei miei primi 30 anni di vita sono stato un materialista , in molte occasioni sono stato egoista e narcisista, vivevo su una mia galassia.
Il dramma che ho vissuto ha contribuito a comprendere le vere cose tragiche nella vita e quelle veramente belle. Oggi ho capito che per stare bene non bisogna prima stare male, so che la bellezza non è non essere brutti.
Per molto tempo ho confuso la felicità con l'essere soddisfatti. Sono diventato più forte e sensibile. Siamo oppressi dagli stereotipi moderni di bellezza e benessere, tutto questo rende le persone crudeli. Oggi sono libero, nello spirito e non solo...
FONTE
ORIGINAL : VITILIGO - The Story of Jeffrey Stanton Bell
MJ: 5 milioni di dollari di oggetti di scena scoperti in Quebec
Il Re del pop è scomparso otto anni fa, il 25 giugno 2009. Un collezionista di Quebec, che desidera mantenere il suo anonimato, ha appena reso pubblico una formidabile collezione di oggetti e manoscritti olografici appartenuti alla star.
Otto anni dopo, la Jacksonmania imperversa senza sosta. Il sito di notizie, le Journal de Québec, ha appena scovato una grande collezione di accessori di scena e manoscritti appartenuti a Jackson. Questo tesoro, tenuto devotamente custodito in un magazzino il cui indirizzo rimane segreto, sarebbe stimato in circa 5 milioni di dollari.
I reporter del Quebec hanno avuto la possibilità di vedere alcune perle di questa collezione che assomiglia ad una caverna di Ali Baba. La collezione comprende il leggendario guanto indossato durante le esibizioni di 'Billie Jean'. Ornato di cristalli Swarovski ha un valore stimato di circa 300.000 dollari.
Due cinture, una indossata nel 1992 durante il 'Dangerous Tour' e un'altra sfoggiata durante il 'Victory Tour', progettata dal designer Bill Whitten, sono tra i gioielli di questa collezione.
In questo guardaroba incredibile, si possono trovare i famosi pantaloni rossi, l'iconico costume di scena di 'Off The Wall' del tour Destiny.
Gli storici del pop saranno certamente interessati ai manoscritti olografici di quattro titoli principali: "I Just Can not Stop Loving You" ,"Leave Me Alone", "Little Susie" e "Lovely One".
L'uomo che pazientemente è riuscito a riunire tutti questi ricordi assicura di essere amico della famiglia Jackson. Per dimostrare questa amicizia, i fratelli della più grande star della canzone gli avrebbero offerto un disco d'oro. Ora stiamo aspettando di sapere se il collezionista deciderà un giorno di vendere il suo museo all'asta...
MJ registrò 'Hold My Hand' al Palms ma aveva "differenze artistiche" con la Playboy Suite
di John Katsilometes
E' tutto divertimento e giochi fino a quando Michael Jackson si mette a coprire i ritratti di nudo nella suite preparata per lui nel resort di Las Vegas.
Questo è ciò che George Maloof ha appreso nel novembre 2007.
Fu il periodo in cui Jackson ha vissuto a Las Vegas mentre lavorava ad un nuovo CD con alcune canzoni per il quale ha collaborato con alcuni dei suoi cantanti preferiti.
Questo CD, intitolato semplicemente "Michael", sta per essere rilasciato il 14 dicembre.
Il suo primo singolo, "Hold My Hand", è un duetto tra Jackson e Akon, la canzone è stata registrata allo studio presso il Palms.
Secondo quanto riferito "Hold My Hand" è stata scelta perché una persona che rappresenta il patrimonio di Jackson ha trovato, dopo la sua morte, un biglietto scritto da Jackson, in cui indicava che quella canzone dovesse essere il primo singolo estratto.
Jackson aveva voluto registrare allo studio Palms, uno studio preferito da molti artisti contemporanei a Las Vegas. Coloro che gestivano lo studio sono stati, com'era prevedibile, entusiasti della cosa.
"Siamo molto orgogliosi di aver fatto parte di 'Hold My Hand' con Michael e Akon", dice Zoe Thrall, direttore dello Studio presso il Palms, "Quando Michael è stato qui, tutti noi in studio sapevamo che facevamo parte di qualcosa di magnifico".
Non sorprendentemente "Hold My Hand" è trapelata online prima della sua uscita ufficiale in varie fasi e forme (gli mp3 di TMZ sono gli stessi di You Tube).
Nel frattempo l'eredità di Jackson è più forte che mai un anno dopo la sua morte, e nulla è più lampante che a Las Vegas.
Il mio collega URL (Ubiquitous Robin Leach) ha rivelato la storia del 'Cirque du Soleil' che ha in corso due produzioni di Jackson, uno dei quali pronto a debuttare presso il Mandalay Bay, nel dicembre 2011, "This Is It" ha avuto un primo tappeto rosso al Palms assistito da suo padre, Joe Jackson, che vive a Las Vegas.
Dopo avere inciso al Palms, Jackson ha anche cercato di soggiornare in hotel con i suoi bambini, Prince, Paris e Prince Michael II (alias Blanket).
Naturalmente Jackson voleva completa privacy per la sua famiglia. La sua residenza conosciuta era una villa in affitto di 10 acri a Montecristo Way nel nord-ovest di Las Vegas (a quel tempo Jackson stava considerando di creare una nuova Neverland a Henderson).
Le stanze più belle e più sicure che Maloof potesse offrire erano la Hugh Hefner Suite nella Torre Fantasy. La villa era bellissima, spaziosa e sicura. Nessuno avrebbe mai pensato che Jackson e i suoi figli fossero lì.
Ma c'era un problema di "divergenze artistiche".
"Sono andato là un giorno e Michael aveva coperto tutte le immagini di nudo", ha ricordato Maloof.
"Questo per via dei bambini. Non voleva che guardassero quelle immagini".
Maloof poi ha aiutato Jackson a spostarsi di due piani alla Sky Villa appena sotto la suite di Hef.
Erano solo Jackson, i tre ragazzi e lui.
"Nessun altro poteva aiutarci perché nessuno sapeva che era in albergo", ha detto Maloof.
"Lui stava avendo problemi con la sua guardia di sicurezza, e lo licenziò il secondo giorno dopo l'arrivo in albergo. Così abbiamo spostato tutto noi, abbiamo spostato tutte le scatole e lui non voleva usare l'ascensore per paura che lo riconoscessero".
Jackson ha trascorso alcuni giorni nella suite prima di spostarsi nuovamente perchè lo spazio era da tempo prenotato per una festa da un gruppo che aveva anche riservato 300 camere sulla proprietà. Senza problemi Jackson si trasferì ancora una volta, in un'altra suite Sky Villa un piano sotto.
"E' stato tremendo", ha detto Maloof. "Il secondo spostamento è stato più duro del primo perché avevano portato più roba, ma ha capito la nostra situazione".
Jackson è stato ospite del Palms molto più a lungo di quanto Maloof avesse previsto, circa 4 mesi.
"E' stato tutto molto segreto", ha detto Maloof. "Nessuno sapeva che era lì. Solo ora che sta venendo fuori il cd possiamo parlarne. Ma vogliamo che la gente sappia che ha fatto un sacco di lavoro presso il Palms. Un lavoro piuttosto notevole in realtà".
CREDITS - ORIGINAL TEXT
E' tutto divertimento e giochi fino a quando Michael Jackson si mette a coprire i ritratti di nudo nella suite preparata per lui nel resort di Las Vegas.
Questo è ciò che George Maloof ha appreso nel novembre 2007.
Fu il periodo in cui Jackson ha vissuto a Las Vegas mentre lavorava ad un nuovo CD con alcune canzoni per il quale ha collaborato con alcuni dei suoi cantanti preferiti.
Questo CD, intitolato semplicemente "Michael", sta per essere rilasciato il 14 dicembre.
Il suo primo singolo, "Hold My Hand", è un duetto tra Jackson e Akon, la canzone è stata registrata allo studio presso il Palms.
Secondo quanto riferito "Hold My Hand" è stata scelta perché una persona che rappresenta il patrimonio di Jackson ha trovato, dopo la sua morte, un biglietto scritto da Jackson, in cui indicava che quella canzone dovesse essere il primo singolo estratto.
Jackson aveva voluto registrare allo studio Palms, uno studio preferito da molti artisti contemporanei a Las Vegas. Coloro che gestivano lo studio sono stati, com'era prevedibile, entusiasti della cosa.
"Siamo molto orgogliosi di aver fatto parte di 'Hold My Hand' con Michael e Akon", dice Zoe Thrall, direttore dello Studio presso il Palms, "Quando Michael è stato qui, tutti noi in studio sapevamo che facevamo parte di qualcosa di magnifico".
Non sorprendentemente "Hold My Hand" è trapelata online prima della sua uscita ufficiale in varie fasi e forme (gli mp3 di TMZ sono gli stessi di You Tube).
Nel frattempo l'eredità di Jackson è più forte che mai un anno dopo la sua morte, e nulla è più lampante che a Las Vegas.
Il mio collega URL (Ubiquitous Robin Leach) ha rivelato la storia del 'Cirque du Soleil' che ha in corso due produzioni di Jackson, uno dei quali pronto a debuttare presso il Mandalay Bay, nel dicembre 2011, "This Is It" ha avuto un primo tappeto rosso al Palms assistito da suo padre, Joe Jackson, che vive a Las Vegas.
Dopo avere inciso al Palms, Jackson ha anche cercato di soggiornare in hotel con i suoi bambini, Prince, Paris e Prince Michael II (alias Blanket).
Naturalmente Jackson voleva completa privacy per la sua famiglia. La sua residenza conosciuta era una villa in affitto di 10 acri a Montecristo Way nel nord-ovest di Las Vegas (a quel tempo Jackson stava considerando di creare una nuova Neverland a Henderson).
Le stanze più belle e più sicure che Maloof potesse offrire erano la Hugh Hefner Suite nella Torre Fantasy. La villa era bellissima, spaziosa e sicura. Nessuno avrebbe mai pensato che Jackson e i suoi figli fossero lì.
Ma c'era un problema di "divergenze artistiche".
"Sono andato là un giorno e Michael aveva coperto tutte le immagini di nudo", ha ricordato Maloof.
"Questo per via dei bambini. Non voleva che guardassero quelle immagini".
Maloof poi ha aiutato Jackson a spostarsi di due piani alla Sky Villa appena sotto la suite di Hef.
Erano solo Jackson, i tre ragazzi e lui.
"Nessun altro poteva aiutarci perché nessuno sapeva che era in albergo", ha detto Maloof.
"Lui stava avendo problemi con la sua guardia di sicurezza, e lo licenziò il secondo giorno dopo l'arrivo in albergo. Così abbiamo spostato tutto noi, abbiamo spostato tutte le scatole e lui non voleva usare l'ascensore per paura che lo riconoscessero".
Jackson ha trascorso alcuni giorni nella suite prima di spostarsi nuovamente perchè lo spazio era da tempo prenotato per una festa da un gruppo che aveva anche riservato 300 camere sulla proprietà. Senza problemi Jackson si trasferì ancora una volta, in un'altra suite Sky Villa un piano sotto.
"E' stato tremendo", ha detto Maloof. "Il secondo spostamento è stato più duro del primo perché avevano portato più roba, ma ha capito la nostra situazione".
Jackson è stato ospite del Palms molto più a lungo di quanto Maloof avesse previsto, circa 4 mesi.
"E' stato tutto molto segreto", ha detto Maloof. "Nessuno sapeva che era lì. Solo ora che sta venendo fuori il cd possiamo parlarne. Ma vogliamo che la gente sappia che ha fatto un sacco di lavoro presso il Palms. Un lavoro piuttosto notevole in realtà".
CREDITS - ORIGINAL TEXT
Lottie Rose, parrucchiera di M. Jackson dal 1981 fino agli anni '90
Lottie Rose, parrucchiera di Michael Jackson dal 1981 fino agli anni '90, intervistata dalla rivista "Ebony"
E' stato nel mese di Agosto nel 1981 quando l'ho incontrato per la prima volta.
Avrebbe compiuto 23 anni il giorno dopo. Doveva fare una performance a Pasadena, California, e voleva apparire al meglio.
A quel tempo avevo aperto il mio primo salone di bellezza a Torrence, California. Quando venne da me decisi di mettere su un separé, in modo che nel salone nessuno potesse vederlo.
Era molto tranquillo.
Quando gli facevo alcune domande,lui rispondeva solo "Si" e "No".
Il separé era messo in modo che Michael potesse avere la sua privacy, anche se lui cercava costantemente di sbirciare fuori per vedere chi lo stava guardando.
Sono stata convocata dal suo medico con il compito di aiutarlo nella valutazione del danno che gli era stato fatto ai capelli durante l'incidente.
Per un po' ho viaggiato con lui, l'ho accompagnato in giro per alcuni dei suoi impegni. Abbiamo lavorato per realizzare un piccolo parrucchino per coprire quella zona fino a quando non fosse guarito abbastanza e finché non fossero ricresciuti i capelli nuovi.
Michael era un amante del divertimento, mi ha sempre trattato più come un'amica.
Quando ho viaggiato con lui,si assicurava che incontrassi tutta la gente che era intorno a lui, che visitassi tutti i posti in cui andavamo, ogni cena, ogni performance, lui si assicurava che fossi lì con lui.
Voleva che fossi sempre pronta a seguirlo,non voleva che lasciassi la mia casa per poi rimanere in Hotel ad aspettarlo.
Dopo la bruciatura del cuoio capelluto,sono andata con lui a New York e li ho incontrato Brooke Shields, Liza Minelli, Yul Brynner e sua moglie ed ero così onorata di incontrare Jacqueline Onassis.
Dopo un anno lui mi chiamava "Miss LottieClaudie". Questo era il suo soprannome per me.
In quel periodo anche lui mi chiese di iniziare a fare i capelli anche ad Encino a casa dei suoi genitori. Gli piaceva giocare a pity-pat in giro, pensava che fosse divertente, mentre gli facevo i capelli, strofinava la gamba, oppure Bubbles correva avvolto in un pannolino intorno a me. Michael pensava che fosse così divertente! Mi diceva:" Lui ti vuole bene, Lottie ".
Di tanto in tanto Michael afferrava la mia mano e mi diceva: " Dai balliamo un po' ".
Voleva sempre ballare, canticchiava qualcosa e ballava...
Era molto gentile e piacevole.
Come ti comporti con i media? gli chiesi:" Loro non vogliono sentire nulla di buono,dicono sempre e solo cose brutte,ma qualsiasi cosa dicono si va avanti ".
La maggior parte delle persone che l'hanno conosciuto personalmente hanno detto la stessa cosa: "Era una persona che si donava, era un amico. Mi ha trattato come tale e per questo lo rispetto".
FONTE ORIGINALE - CREDITS
E' stato nel mese di Agosto nel 1981 quando l'ho incontrato per la prima volta.
Avrebbe compiuto 23 anni il giorno dopo. Doveva fare una performance a Pasadena, California, e voleva apparire al meglio.
A quel tempo avevo aperto il mio primo salone di bellezza a Torrence, California. Quando venne da me decisi di mettere su un separé, in modo che nel salone nessuno potesse vederlo.
Era molto tranquillo.
Quando gli facevo alcune domande,lui rispondeva solo "Si" e "No".
Il separé era messo in modo che Michael potesse avere la sua privacy, anche se lui cercava costantemente di sbirciare fuori per vedere chi lo stava guardando.
Sono stata convocata dal suo medico con il compito di aiutarlo nella valutazione del danno che gli era stato fatto ai capelli durante l'incidente.
Per un po' ho viaggiato con lui, l'ho accompagnato in giro per alcuni dei suoi impegni. Abbiamo lavorato per realizzare un piccolo parrucchino per coprire quella zona fino a quando non fosse guarito abbastanza e finché non fossero ricresciuti i capelli nuovi.
Michael era un amante del divertimento, mi ha sempre trattato più come un'amica.
Quando ho viaggiato con lui,si assicurava che incontrassi tutta la gente che era intorno a lui, che visitassi tutti i posti in cui andavamo, ogni cena, ogni performance, lui si assicurava che fossi lì con lui.
Voleva che fossi sempre pronta a seguirlo,non voleva che lasciassi la mia casa per poi rimanere in Hotel ad aspettarlo.
Dopo la bruciatura del cuoio capelluto,sono andata con lui a New York e li ho incontrato Brooke Shields, Liza Minelli, Yul Brynner e sua moglie ed ero così onorata di incontrare Jacqueline Onassis.
Dopo un anno lui mi chiamava "Miss LottieClaudie". Questo era il suo soprannome per me.
In quel periodo anche lui mi chiese di iniziare a fare i capelli anche ad Encino a casa dei suoi genitori. Gli piaceva giocare a pity-pat in giro, pensava che fosse divertente, mentre gli facevo i capelli, strofinava la gamba, oppure Bubbles correva avvolto in un pannolino intorno a me. Michael pensava che fosse così divertente! Mi diceva:" Lui ti vuole bene, Lottie ".
Di tanto in tanto Michael afferrava la mia mano e mi diceva: " Dai balliamo un po' ".
Voleva sempre ballare, canticchiava qualcosa e ballava...
Era molto gentile e piacevole.
Come ti comporti con i media? gli chiesi:" Loro non vogliono sentire nulla di buono,dicono sempre e solo cose brutte,ma qualsiasi cosa dicono si va avanti ".
La maggior parte delle persone che l'hanno conosciuto personalmente hanno detto la stessa cosa: "Era una persona che si donava, era un amico. Mi ha trattato come tale e per questo lo rispetto".
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