"Un milione di occhi su di me definisce la mia paura più grande. Questa musica che mi circonda definisce ogni mia lacrima. Basta chiudere gli occhi ed ascoltare, la musica mi appare perchè sono solo un uomo, un uomo nello specchio." MJ
domenica 11 giugno 2017
Brett Ratner parla di Michael Jackson
A mio padre piace vantarsi con I suoi amici che mentre suo figlio è un grande reporter di Hollywood, era stato suo padre ad avere incontrato realmente Michael Jackson. Fino a che non si è ritirato, alcuni anni fa, mio padre aveva un negozio chiamato the 24 Collection sulla Lincoln Road mall a Miami Beach, specializzato in moda, gioielli, arte e curiosità di tutti i generi (ho ancora un set di orologi dentro una scatola di sigari cubani con un ritratto di Fidel Castro sulla faccia dell’orologio). Un giorno Brett Ratner, che è cresciuto a Miami e la cui madre era una cliente regolare del negozio, chiamò mio padre e gli chese se poteva portare il suo amico Michael Jackson a far un giro. Come faceva spesso come cortesia alle celebrità che potevano essere disturbate o assalite, mio padre chiuse il negozio quel pomeriggio e mise lo staff a disposizione di Jackson.
“Michael passeggiò per ogni angolo del negozio, sentendo le cose, annusando le cose” ricorda mio padre. “Faceva domande su che cosa era questo o quello, da dove veniva, come l’avevamo trovato. Mi assicurai che lo staff non si intromettesse, sebbene una persona chiese un autografo, diventando così immediatamente un ex dipendente. Ma Michael era semplicemente nel suo mondo, curioso su tutto quello che vedeva”.
Penso che mio padre accrebbe le speranze quando vide che Jackson era accompagnato anche da un aiutante con una busta chiusa piena di soldi. Ma il Re del Pop non comprò mai nulla. Dopo aver trascorso un’ora nel negozio, semplicemente ringraziò tutti per averlo lasciato curiosare e se ne andò.
Ho chiamato Ratner questa mattina per chiedergli come fosse diventato amico così velocemente con Jackson. Salta fuori che si sono incontrati nel 1998 quando Ratner stava finendo il suo primo film di Rush Hour. Un giorno Chris Tucker stava girando una scena, e iniziò a ballare una danza selvaggia, allo stile di Michael Jackson. La sequenza fu così divertente che quando Ratner fece le proiezioni di prova del film, divenne una delle parti più divertenti del film. Ma siccome era ovvia l’impronta di Jackson, Ratner sapeva che doveva avere il via libera della pop star prima di inserirla nel film.
Questo presentava un problema, in quanto Jackson era talmente recluso che nemmeno Ratner […] riuscì ad avvicinarlo. Chiamò persino il Neverland ranch di Jackson ma non andò da nessuna parte. E poi fu fortunato. “Il mio editore stava parlando al protezionista che faceva la proiezione finale, e salta fuori che è il protezionista personale di michael.” Mi ha detto Ratner un giorno. “Allora gli ho dato la stampa e gli ho chiesto di far vedere l’inizio della seconda pizza a Michael, che aveva la danza di Chris”.
Due giorni dopo Ratner alza il telefono e sente la soffice, vellutata voce di Michael Jackson. Cosa gli disse Michael Jackson? Continuate a leggere.
“Michael disse che aveva visto tutto il film e gli era piaciuto, specialmente la scena dove Chris faceva il suo ballo. Disse: ‘Hai il mio permesso di usare quello che vuoi.’”. Fu grande, ma Ratner aveva bisogno di qualcosa di scritto. Quando chiese a Jackson di firmare qualcosa su un pezzo di carta, semplicemente Jackson lo invitò al ranch. “Così guidai fino a lì ed entrai, con tutte le sue giraffe e gli altri animali, tutti lì a salutarmi”. Ricorda Ratner: “Finii per stare al ranch e diventammo grandi amici. Avevamo entrambi questo grande fascino, quasi infantile, con i film, e la musica, e ogni genere di intrattenimento”.
Nel corso degli anni, Ratner e Jackson hanno trascorso un sacco di tempo insieme. Si filmavano l’un l’altro, con Jackson che chiedeva a Ratner come era diventato registra e Ratner che chiedeva a Jackson come era diventato un intrattenitore.” Ho ore di filmati di noi, seduti nei nostri pigiami, con io che gli chiedevo che genere di musica amasse quando era bambino, che genere di libri avesse sul muro da bambino. Quando eri con lui, sentivi veramente come se Dio fosse dentro di lui. Era un tipo di persona meravigliosa, superumana, ma ti trattava sempre come un eguale. Voleva essere tuo amico e non ha mai chiesto niente in cambio”.
Una delle loro attività preferite era di avere dei balli nella stanza dei giochi nella casa di Jackson. Jackson metteva su un disco, solitamente una canzone di sua sorella, Janet, e si scatenava in mosse di danza fantastiche. Allora Ratner o Chris Tucker, che a volte partecipava, mettevano le canzoni di Michael e ballavano. Chiesi a Ratner se si sentiva come un mortale che giocava uno ad uno con Lebron James. “Hey, non ero consapevole. Sono un buon ballerino. Era solo per divertirsi insieme”.
Quando non ballavano, Ratner e Jackson vedevano film insieme. Dice che hanno visto la versione originale di “Willie Wonka e la fabbrica di cioccolata” oltre 50 volte nel corso degli anni. “So che la gente guardava Michael e pensava che fosse strano, ma per me, era affascinante” dice Ratner. “E’ stata la persona più ispiratrice della mia vita. Il suo unico sogno era di curare tutti i bambini malati del mondo. E quando dicevo: “non è impossibile?” Michael iniziava a piangere. Era molto emotivo sulle cose che lo commuovevano. Credo che dovresti dire che era un puro innocente in un mondo che non era più così innocente”.
Traduzione: dorilis per MichaelMania
ORIGINAL SOURCE
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento