"Un milione di occhi su di me definisce la mia paura più grande. Questa musica che mi circonda definisce ogni mia lacrima. Basta chiudere gli occhi ed ascoltare, la musica mi appare perchè sono solo un uomo, un uomo nello specchio." MJ
sabato 10 giugno 2017
Tratto dal libro:' THE NEVER, UM, EVER ENDING STORY ' di Ian "Molly" Meldrum
"Mentre Michael Jackson stava lavorando sul set di The Wiz, io mi trovavo in America: dopo molta insistenza e tanta perseveranza, ero riuscito a ottenere da un funzionario della CBS, un'intervista con Michael Jackson allo Studio 54.
Era prevista per le cinque del pomeriggio e, a New York,era una giornata fredda, umida e ventosa e, il funzionario mi aveva fatto arrivare in ritardo per l'appuntamento, così dissi: "Certo, sarà andato via e non lo biasimo per questo", ma, con mia sorpresa, quando spingemmo il portone dello Studio 54, vidi una piccola figura rannicchiata sulla soglia. Michael era lì da solo, senza alcuna guardia del corpo e senza nessun discografico... infreddolito ma molto allegro.
Ci avviammo all'interno e iniziai a preparare tutto per l'intervista. Lo stesso Michael aiutò i ragazzi delle luci e a posizionare i microfoni.
L'intervista durò circa 15 minuti. Era timido ma non dimenticherò mai quanto rise quando gli chiesi di parlarmi di Janet, "la sua sorellina funky". " Yeah, è funky!" - rise
Conclusi il nostro colloquio ringraziandolo per la sua pazienza e augurandogli il meglio per il suo film e per il suo nuovo album, che aveva in programma per il 1978.
L'album sarebbe stato "Off The Wall" e Michael sarebbe diventato una superstar.
Guardando indietro, ritengo che questo incontro con Michael sia una delle interviste più importanti che io abbia mai fatto e mi chiedo che fine abbia fatto il dipendente della CBS che mi disse che Michael Jackson non era una questione di priorità.
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