Make-up artist di Michael Jackson per "The Wiz", Michael R. Thomas, ricorda le esperienze memorabili con Michael sul set e nel dietro le quinte.
Ogni mattina iniziavo il make-up di Michael , applicando una parrucca stile calvo per nascondere i suoi capelli sistemati in fittissime treccioline. Successivamente applicavo della schiuma di lattice: un pezzo sulla fronte, due pezzi sulla guancia, un pezzo sul naso (che doveva assomigliare all'involucro di un pacchetto di burro di noccioline), un pezzo sul mento e un volant al collo. Queste parti del trucco venivano applicate la mattina e dovevano resistere sino alla sera.
Siccome lo Spaventapasseri era un personaggio molto animato, Michael faceva un sacco di espressioni facciali esagerate per portare la vita nello Spaventapasseri. Queste espressioni erano per lui un ottima ginnastica facciale, ma facevano si che i pezzi di schiuma di lattice si staccassero, per cui dovevo risistemare tutto e truccarlo di nuovo.
Per rimuovere il make-up alla fine della giornata, stando dietro di lui , bastava sollevare la parte posteriore della parrucca che nascondeva i capelli , per togliere la parte superiore e il cappello calvo che , venivano via in un colpo solo.
Ma dopo dovevo farlo piegare a testa in giù, in modo che non riusciva più a vedere il mio riflesso sullo specchio, per togliere la maschera piano piano, che staccata a metà gli dava un aspetto decisamente sinistro, e mentre la scollavo spostandogli la testa qua e la, diceva "Ooodle-Ooodle-DOOODLE-DE-OOOOHHH!" e rideva come un pazzo, come se si trattasse di una delle cose più divertenti che avesse mai visto.
Mi piaceva molto il suo senso dell'umorismo infantile; Avrei potuto dire o fare qualsiasi cosa stupida che lui scoppiava in una risata. Dopo di che rimuovevo il resto del make-up, la colla e gli adesivi, etc. Andavamo a casa, pronti per ricominciare tutto da capo il giorno dopo.
Un giorno, mentre parlavo con Michael, gli dissi che quando ero un ragazzino,avevo imparato a disegnare, e che quello era stato, praticamente, l'inizio del mio voler diventare un make-up artist. Mi chiese di fargli un esempio. Presi una penna e disegnai un rapido schizzo del mostro di Frankenstein. Gli piaceva. Disse che lui e i suoi fratelli e sorelle, a volte facevano un gioco per combattere la noia: Uno di loro disegnava alcune linee astratte su un pezzo di carta, lo dava a un altro fratello dicendogli: "OK, adesso completa il disegno, con un albero o altro.. " e lui doveva finirlo entro un certo lasso di tempo.
Così abbiamo provato a fare questo gioco insieme, e cercai di metterlo in difficoltà, facendo delle linee strane, e chiedendogli di completarlo in un gatto , secondo me era difficile potesse riuscirci.. Ma lui in 30 secondi esatti completò il disegno. Ma non come io lo avevo pensato , quindi in piedi su 4 zampe, ma un gattino raggomitolato e addormentato. Poi ha continuato a disegnare . Uno dei disegni era il volto di un uomo. Era piuttosto abbozzato e in stile impressionistico.
Spesso, quando un make-up artist lavora con una attore o professionista, si crea una sorta di intimità immediata. Truccatori e parrucchieri sono un po' come psichiatri o baristi.
Si sta insieme, nella stessa stanza, fisicamente vicini per ore, e questo accade per molti giorni di seguito. Per cui si chiacchiera e a volte, il soggetto della conversazione cambia spesso, da futili argomenti a situazioni anche molto gravi. Io e Michael abbiamo lavorato insieme solo per quel film, ma abbiamo avuto modo di conoscerci molto bene.
Un giorno chiesi a Michael di cenare insieme. Dovemmo mantenere il riserbo più assoluto. Era il 1978 e Michael aveva 19 anni, ma era già un volto notissimo in tutto il mondo. Così lo invitai nel nostro appartamento a Bergenfield nel New Jersey con la sua guardia del corpo , Spence. La cena era a base di Cornish game hens( pollo rustico ripieno cotto in forno con spezie e verdure.. una sorta di stufato), su richiesta di Michael, mi disse che a Gary,in Indiana lo chiamavano "dressin'."(vestito)
Fu una gran serata. Io suonavo un pò la chitarra , così gli mostrai alcuni accordi. Ammirava moltissimo chi sapeva suonare uno strumento, mi disse di aver spesso fantasticato di diventare un chitarrista in una rock band.
In quel periodo,l'attore comico Robert Klein era apparso al Saturday Night Live; aveva preso un armonica, dando il tempo alla sua band battendo il piede e gridando: "Fatemi sentire il blues!" La band iniziò a suonare un ritmo blues e lui a seguire il ritmo con l'armonica, battendo il ritmo con la gamba e il piede. Dopo circa un 16 battute, toglieva l'armonica dalla bocca e, col piede che ancora batteva, cantava, "Non posso fermare la mia gamba, piccolo tesoro '.. non riesco a fermare la mia gamba, piccolo ragazza!" Beh, a Michael questo pezzo piaceva un sacco. Così, mentre io suonavo degli accordi in progressione di blues sulla mia chitarra, Michael batteva il piede e cantava, "io non posso fermare la mia gamba!" Ad un certo punto, mentre cantava, disse:“Now listen to me, people” e io rimasi estasiato per il suono della sua voce..
E' così che ho avuto modo di conoscere un pò meglio il grande Michael Jackson. Mi disse una volta che qualunque cosa stesse facendo- lavorare su un film, registrare un disco, apparire dal vivo sul palco, quella cosa, era la più importante della sua vita, proprio mentre la stava facendo. E me lo dimostrò. Non importa cosa stesse facendo, era come se il suo talento prendesse tutto lo spazio, cantava ballava e parlava attraverso. Michael era una persona molto speciale, la cui vita è stata una combinazione di estremi.
Gli piaceva la normalità, nel mentre la sua vita si svolgeva in un ambito molto esclusivo.
Il suo talento, lo ha forgiato , ha raggiunto i cuori di un enorme infinità di persone e reinventato la musica.
Gli è stata negata la sua infanzia. Penso che abbia trascorso il resto della sua vita adulta cercando di riviverla. Era un bambinone!
Nota: Michael R. Thomas è morto il 24 agosto 2009, a soli 2 mesi di distanza da Michael Jackson ... RIP
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