sabato 10 maggio 2014

Recensione: Xscape- Michael Jackson, è un album che non sarebbe dovuto uscire


Non c'è niente da rigirare attorno al semplice fatto che questo è un album che non sarebbe dovuto uscire.
Non importa in che modo lo si formuli o confezioni, queste sono canzoni che non sono mai state finite da Michael Jackson prima della sua morte nel 2009, mai previste in uscita nel corso del decennio o due precedenti quando sono state scritte e in parte registrate, e ora canzoni che sono state rimodellate, a vari livelli, da nuovi "produttori esecutivi"

Questo album non è in alcun modo comparabile a quell'assoluta farsa che è stato l' "album" chiamato Michael, anch'esso fatto di brani incompiuti/inediti e pubblicato subito dopo la sua morte, che è stato così frettoloso e segnato da polemiche (anche la sua non sempre ponderata famiglia ha sostenuto che non era la voce di Jackson in alcune canzoni) che anche i devoti hanno faticato a trovare conforto in esso dopo che milioni di loro lo avevano comprato.
Ma comunque, non è affatto essere provocatorio dire delle canzoni di Xscape, cominciate tra il 1983 e il 1999, che, se Michael Jackson le avesse volute far uscire, sarebbero uscite.
Come si risponde all'album è inevitabilmente indicativo di come si accetta l'idea che esso - come spiegato da uno dei produttori esecutivi - e collaboratore occasionale con Jackson - LA Reid - sia stato fatto "nello spirito" dei piani originari di Jackson.
"Pensiamo sia in linea con quello che Michael voleva", ha detto Reid a Sydney un mese fa in una sessione d'ascolto dell'album per gli addetti ai lavori.
Le stranezze continuano col fatto che il disco è stato preceduto da un singolo che in realtà non è nell'album, o almeno non nella sua versione standard.
Se si acquista la versione deluxe di Xscape si ottengono le otto canzoni, quindi le versioni precedenti al "potenziamento contemporaneo" di quelle canzoni, più una terza versione di Love Never Felt So Good come "duetto" con Justin Timberlake.

E' giusto dire che il contributo di Timberlake è piuttosto superfluo o uno spreco del suo talento (fate la vostra scelta generazionale) dal momento che compare a malapena e quando lo fa sembra più preoccupato di non entrare in competizione con il suo evidente idolo.
Quella canzone, Love Never Felt So Good - scritta insieme all'improbabile figura di Paul Anka poco dopo la pubblicazione di Thriller nel 1982 - è l'appropriato inizio dell'album ed è sia uno dei migliori momenti di esso che un segnale corretto di uno dei fili conduttori del tutto: un senso di connessione, o la ricerca di una connessione, con quello che si potrebbe chiamare il periodo d'oro della carriera di Jackson, tra il 1979 di Off The Wall e il 1987 di Bad.
Forse la sua somiglianza con le canzoni di Off The Wall l'hanno tenuta fuori da Bad o forse Jackson sapeva che era una buona canzone, ma non eccezionale.

Qualcosa di simile riguarda Loving You, una canzone iniziata intorno al periodo di Bad, che è l'altra sfidante per la scelta del brano migliore del gruppo. Ma ancora una volta c'è la sensazione di una canzone non proprio spinta fino al massimo delle sue possibilità.

Non è necessariamente la mancanza di idee a trattenere le cose. Slave To The Rhythm del 1991 (che offre alcuni suoni sintetizzati freschi e un cuore elettronico) e Blue Gangsta del 1998 (potente nelle vocalità sovrapposte e nel ritmo del coro) sono tracce cariche di molte cose, ma questo camuffa solo in parte la verità che entrambi sono canzoni piuttosto deboli.

E l'insolita "A Place With No Name" (che prende in prestito, con il dovuto credito, il brano degli America Horse With No Name, ed è dello stesso periodo, che porta al 2001 dell'album Invincible, di Blue Gangsta) mescola tastiere alla Stevie Wonder, una forte traccia ritmica e vivaci percussioni sottostanti una melodia che cerca una ragione d'essere.

L'interesse inevitabilmente cadrà su "Do you know where your chidlren are?", e non per la sua maggiore propensione all'R&B. Ha un coro che si potrebbe benissimo immaginare Timberlake prendere in prestito un decennio più tardi (e farci di più) o chiari riferimenti a uno dei più grandi momenti di Jackson, Wanna Be Startin' Something.
La trama della canzone, che parla di una ragazza sessualmente abusata dal suo patrigno, sedotta dalla prospettiva di Hollywood e poi abusata sessualmente come prostituta sulla Sunset Boulevard - tutto all'età di 12 anni - non sfuggirà le sordide accuse di molestie gettate addosso a Jackson negli ultimi dieci anni e mezzo della sua vita.
Viene da chiedersi se qualcuno all'epoca non gli abbia detto che non era l'idea migliore farla uscire. E se qualcuno adesso non gli avrebbe detto la stessa cosa. Ma quello che Michael Jackson voleva è una questione controversa con questo album in ogni caso.

Review: Michael Jackson's 'Xscape' is an album that should not have come out - by Bernard Zuel Senior, music writer

Traduzione: Laura Messina


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