Se Totò fosse ancora vivo, probabilmente reciterebbe “A livella” citando la vitiligine, trattandosi di una malattia davvero democratica, che colpisce indiscriminatamente tutte le classi sociali, senza distinzioni di razza, religione, cultura, sesso; colpisce personaggi famosi del calibro di Francesco Cossiga, Mara Majonchi...Michael Jackson.
Molta gente continua ad etichettare la star statunitense come “il cantante che si è sbiancato la pelle” o “il nero che ha ripudiato la razza”, ma egli soffriva semplicemente di vitiligine, facendo uso del trucco inizialmente per uniformare la pelle e non far notare le macchie chiare, ma non appena esse si sono espanse, ha dovuto fare il contrario, nascondendo le rimanenti macchie nere per uniformarle al bianco.
E’ importante fare una piccola premessa, per poi parlare della vitiligine....
I melanociti sono cellule deputate alla produzione di melanina, un pigmento marrone, derivato dall‘amminoacido tirosina, che ha una funzione essenzialmente protettiva, difendendo il genoma dall’azione nociva dei raggi ultravioletti, formando una specie di schermo protettivo che funge da filtro, assorbendo o respingendo parte delle radiazioni solari.
Molti parametri concorrono ai quantitativi e alla distribuzione di melanina nella cute: razza, età, regione corporea e abitudini di vita.
Al giorno d’oggi, con l’aumento del benessere, si presta sempre maggiore attenzione all’estetica e visti gli evidenti ed estesi inestetismi che colpiscono il malato di vitiligine, non possiamo non annoverarla tra le malattie della pelle più temute, soprattutto nei paesi industrializzati, con un picco massimo d’incidenza fra i 10 e i 20 anni d’età, colpendo l’1-2% della popolazione mondiale.
Pur non compromettendo lo stato di salute, è invalidante sotto l’aspetto psicologico e sociale, data l’evidente trasformazione corporea di chi ne soffre, accompagnata a volte da un calo d’autostima.
La vitiligine( o leucoderma) è un disturbo della cute che si manifesta con chiazze bianche o punti depigmentati sulla pelle. Le chiazze bianche possono diffondersi su tutto il corpo, essendo più visibili nelle aree esposte al sole, compresi piedi, mani, gambe, faccia, labbra e gomiti, sviluppandosi in prossimità di aperture (ano, genitali, contorno occhi).
Il termine “vitiligine” deriverebbe dal latino “vitium” (macchia, imperfezione) oppure si riferirebbe all’aspetto bianco e luccicante della carne di vitello (“vitelius”).
Nel Medioevo era sconosciuta agli Europei ed è stata a lungo confusa con la lebbra. Fu Claude Nicolas leCat, nel 1765, a descrivere per la prima volta accuratamente i casi di vitiligine, studiando le differenze etniche nella pigmentazione cutanea, mentre fu Moritz Kaposi a descrivere per primo le caratteristiche istopatologiche della patologia.
Esistono 3 tipologie di vitiligine:
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