sabato 25 giugno 2016

Michael Jackson, sette anni senza...

Dal gospel al rock, dal soul al new jack swing,sono numerose le sue influenze musicali

A sette anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 25 giugno del 2009 a causa di una dose eccessiva di Propofol somministrata dal suo medico curante Conrad Murray, non c'è ancora pace per Michael Jackson.

Il Radar Online, giornale scandalistico americano, ha riportato la “notizia” di fantomatici nuovi file ritrovati nel computer di Michael Jackson contenenti scene di sesso e di violenza nei confronti di minori.

Notizie assolutamente infondate, in quanto tutti e 18 i pc sequestati nella sua casa di Neverland sono stati minuziosamente setacciati dall’FBI, senza che sia stato trovato nemmeno un solo file compromettente. 
D'altra parte tutto il materiale sequestrato nel corso degli anni nella sua casa è già stato considerato nel processo cui fu sottoposto Jackson a Santa Maria, California nel 2005, con un inequivocabile verdetto di innocenza relativamente a tutti i 14 capi di imputazione a suo carico.

Non sono bastati oltre vent'anni di accuse e maldicenze,però, per offuscare il suo straordinario repertorio, che ha saputo riunire nell'alveo del pop le influenze più disparate, dal gospel al rock, dal soul al new jack swing.

A tal proposito, vediamo insieme i 15 capolavori del grande cantante, brani che hanno cambiato per sempre la cultura pop, lanciando nuovi stili e tendenze. 

1) Don't Stop 'Til You Get Enough (1979)

2) Rock with you (1979)

3) Working day and night (1979)

4) Thriller (1982)

5) Beat it (1982)

6) Billie Jean (1982)

7) Man in the mirror (1987)

8) Smooth criminal (1987)

9) Bad (1987)

10) Black or white (1991)

11) Will you be there (1991)

12) They Don't Care About Us (1995)

13) Stranger in Moscow (1995)

14) Speechless (2001)

15) One more chance (2003)

FONTE
PANORAMA

MJ, quell'anima fragile dal talento troppo grande

Michael Jackson, quell’anima fragile dal talento troppo grande

SETTE ANNI SENZA L’ICONA MONDIALE DESTINATA A NON TROVARE PACE


Prendete uno sfigato. Di quelli che non se lo fila nessuno.

Adesso dategli tra le mani il cofanetto HIStory On Film I e II di Michael Jackson.

Il gioco è fatto.

Lui impara a ballare su quelle note, cercando di imitare quelle coreografie al limite dell’umano.

Magari il risultato non è lo stesso, ma una botta di fiducia quello sfigato l’ha avuta eccome.

E da lì tutto può cambiare.

Credetemi, è successo sulla mia pelle.

25 giugno 2016. Sono 7 anni che la musica – è inutile fare qui distinzioni tra pop e rock, pop-rock o rock-pop – ha perso uno dei suoi maggiori rappresentanti. Uno di quelli che, ancora oggi, a guardarlo dici: “Ma come cazzo fa!?”

Michael Jackson. Una vita tormentata, conflittuale e piena di zone d’ombra che, attraverso quei movimenti così naturali da farli apparire semplici e quella voce graffiata sulla linea di basso, si scrollava di dosso la maledizione di essere perennemente sotto i riflettori. 
Gli esordi con i fratelli alla mercé di un padre padrone, l’infanzia negata e quel talento scomodo a molti. Off The Wall e la consacrazione mondiale, il moonwalk e la malattia, il bianco che diventa nero, il chiodo di pelle rossa e gli zombie metropolitani, la pantera con la camicia annodata in vita, i capelli bruciati e l’urlo dallo spazio.
 E, su tutto, quei passi di danza al limite del reale: criminali tranquilli e teppisti di strada, latin lover e gangster dal cuore tenero, stregoni egiziani e stranieri in terra di nessuno. Non ne hai risparmiata una e a nulla valgono le accuse che ancora oggi ti girano attorno. Infondate, ma non abbastanza dal non averti distrutto.

Michael Jackson, l’uomo che ha aperto la strada al pop come oggi lo vediamo: Justin Timberlake, Bruno Mars, Usher… la lista è lunga come il giro che facevi su te stesso.

The King of the Pop. Lo scettro resta ancora ben saldo nelle mani di quell’anima fragile dal talento troppo grande che, da qualche parte, sta ancora ballando.

FONTE:
altrimondinews