lunedì 12 giugno 2017

Annie Salijevic – testimonianza di una rifugiata croata


Annie Salijevic era una rifugiata croata durante il conflitto in Bosnia nel '90. E' rimasta isolata, insieme alla madre, a Sarajevo per tre anni durante l’assedio della capitale da parte dei serbi. Durante quel periodo, ha scoperto la musica di Michael Jackson dopo aver fatto amicizia con due funzionari delle Nazioni Unite che gli hanno lasciato uno stereo con due cassette: 'Thriller' e 'Bad'. 


Nel maggio del 1992, mia madre ed io andammo a trovare mia nonna in una città chiamata Tuzla, in Bosnia. Io sono croata e vivevo su un’isola chiamata Korcula. Durante la visita, scoppiò la guerra, siamo riuscite a scappare e a raggiungere Sarajevo ma non abbiamo potuto uscire da lì per tre anni. 


Avevo sette anni e la mia infanzia è stata distrutta, non c’era nessuno della mia età, dopo un po' il suono delle sirene e le granate divenne parte della normalità, non conoscevo nessun'altra realtà, tutto quello che era successo prima era diventato un sogno confuso. 
Circa sei mesi dopo l’inizio della guerra, i funzionari delle Nazioni Unite che sostavano davanti al palazzo dove abitavo hanno iniziato a parlare con me, mia madre mi aveva insegnato l’inglese da quando avevo quattro anni, è così capivo abbastanza. 

Per un po', gli unici amici d’infanzia che avevo erano questi ufficiali del Bronx e del Queens, New York. Un giorno, uno di loro stava ascoltando la musica con le cuffie e me la fece ascoltare. 
Mi è piaciuto molto e così gli ho chiesto se potevo ascoltarla un paio di minuti per addormentarmi. Per la prima volta, dopo mesi, sono riuscita a dormire per tutta la notte e al mattino seguente ho trovato un biglietto dove c’era scritto “puoi tenertelo “ (ancora l’ho conservo) . Avevo ancora le cuffie sulla mia testa e mi avevano lasciato i nastri di Michael Jackson: 'Bad' e 'Thriller' : sarebbero stati tutta la mia musica nei due anni seguenti. 

A quel tempo non avevo idea di chi fosse Michael Jackson, ma sapevo che con la sua musica tutti i rumori esterni scomparivano, mi incoraggiava. Ancora oggi, quando sono arrabbiata per qualcosa la sua musica è il mio unico sollievo, come una coperta protettiva. 

Normalmente, quando ricevevamo scatole di cibo erano delle Nazioni Unite, ma di tanto in tanto arrivava qualcosa con l’etichetta “Heal the World”. Ogni volta che queste scatole arrivavano sapevo che non c'era soltanto cibo, c’erano sempre coperte, giocattoli e medicine. Ho ancora la coperta di una di quelle scatole di sopravvivenza. 
Nel 1995 riuscimmo a fuggire in Germania, eravamo rifugiate, ho imparato rapidamente la lingua mentre mia madre ci ha messo quasi un anno, lavorava duramente per darmi una vita confortevole e ogni mese compravo qualcosa che aveva qualcosa a che fare con Michael Jackson (o Power Rangers, un'altra ossessione del tempo). 

Per il mio compleanno, nel 1997, comprai due biglietti per il suo concerto a Gelsenkirchen. Il mio compleanno era a gennaio, quindi fu una tortura aspettare così a lungo, mi stava uccidendo. Ma ne è valsa la pena. Quando siamo andate a vederlo è stato travolgente e surreale, ero soltanto un’altra tra folla a cui aveva ispirato e influenzato, ne sono sicura ma mi sembrava di essere l’unica persona lì, e ancora oggi vedo quella esperienza come qualcosa di strano e irreale nella mia vita. 

Quando il concerto finì, mia madre mi accompagnò a una porta sul retro dove la gente si aspettava di vedere Michael; quando è uscito la folla è andata in delirio; ha firmato il CD che mia madre aveva, io ero molto timida e mi nascondevo dietro di lei ma lui sorrise e mi accarezzò i capelli, mia madre dice che ha anche detto: “Ehi bellissima!” anche se non ho sentito niente. 
La mia famiglia si trasferì nel 2000 a Vancouver, Canada, e la possibilità di vedere un suo spettacolo era quasi nulla. Eppure apprezzo ciascuno dei ricordi che ho di lui e mi sento molto fortunata per aver avuto l’opportunità di vederlo. 

Vorrei non se ne fosse andato così presto, sono i migliori ad andarsene per primi, l’ho imparato da bambina. Fa male pensare alla sulla sua morte... Lui era il nostro Peter Pan e mi mancherà molto. Ancora adesso non riesco a comprendere un mondo senza Michael Jackson. Tuttavia, lui vivrà per sempre nel mio cuore. 

Non sono l’unica con questa storia, ho contattato molte persone che su Youtube commentavano un video in cui la fondazione “Heal the World” ha inviato scatole piene di materiale a Sarajevo, molti erano profughi ... 
Non dimenticheremo mai quello che ha fatto per noi quando eravamo bambini. Durante un periodo in cui abbiamo avuto difficoltà ad avere un'infanzia, lui ci ha donato una infanzia significativa. Riposa in Pace. 

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